Opinioni di Joseph Ratzinger
circa il valore del sacrificio di Cristo
Prima Parte (1/2)
Il sacrificio di Cristo come ci è insegnato dalla Sacra Scrittura e spiegato dalla dottrina della Chiesa
Il medesimo Lettore che mi ha proposto di commentare il pensiero di Alberto Maggi e di Carlo Molari circa il significato del sacrificio redentore di Cristo, mi ha adesso proposto di commentare le parole pronunciate da Benedetto XVI in un’intervista del 2016 rilasciata al gesuita Jean Servais. Questa è la domanda che Servais fa al Papa emerito:
«Quando Anselmo dice che il Cristo doveva morire in croce per riparare l’offesa infinita che era stata fatta a Dio e così restaurare l’ordine infranto, egli usa un linguaggio difficilmente accettabile dall’uomo moderno (cfr. GS IV 215.ss) […] Come è possibile parlare della giustizia di Dio senza rischiare di infrangere la certezza, ormai assodata presso i fedeli, che [il Dio] quello dei cristiani è un Dio «ricco di misericordia» (Efesini 2, 4)?».
Rispondo dicendo che prima di esaminare la risposta di Ratzinger, faccio una premessa metodologica, facendo presente che il pensiero cristologico di Benedetto XVI, da quando ha dato le dimissioni dall’attività pastorale petrina, per quanto autorevole, evidentemente non gode più dell’infallibilità pontificia, che è passata invece a Papa Francesco.
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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/opinioni-di-joseph-ratzinger-circa-il.html
Teniamo presente che l’opera salvifica di Cristo comporta un aspetto umano – la sua passione e morte –, cose che sono alla portata della nostra ragione; e un aspetto divino – la giustizia e la misericordia divine -, cose che superano la comprensione della nostra ragione e restano per noi misteriose, appaiono paradossali e possono sembrare scandalose. Per questo San Paolo parla di «scandalo della Croce» (I Cor 1,23).
Immagini da Internet: Niccolò dell'Arca, Compianto sul Cristo morto, Bologna
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