29 luglio, 2024

Esperienza trascendentale ed esperienza sessuale - La mistica di Rahner - Seconda Parte (2/2)

 

Esperienza trascendentale ed esperienza sessuale

La mistica di Rahner

 
Seconda Parte (2/2)

Dobbiamo osservare che quando la mistica abbandona il concetto e il giudizio, e quindi la distinzione fra il vero e il falso, viene meno la possibilità di distinguere il bene dal male, per cui la volontà, fuori della regola della verità, comincia a far da padrona, incurante della verità e bramosa solo di affermare sé stessa.

Si capisce allora che scompare ogni innocenza, ogni onestà. ogni obbedienza, ogni umiltà, ogni pietà, ogni umanità ed ogni misericordia, e si affaccia l’affermazione assoluta dell’egoismo, il cosiddetto «io puro» degli idealisti, della superbia, del narcisismo, della menzogna, dell’odio e della violenza. Ecco allora apparire la mistica di Nietzsche e del nazismo

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Nella cosiddetta rahneriana «esperienza trascendentale», pretesa esperienza atematica e preconcettuale dell’io, dell’essere e di Dio, il concetto è sostituito dall’immagine e la volontà dall’emozione. Occorre inoltre tener presente che in essa la volontà gioca il ruolo decisivo al posto dell’intelletto.

Come per il cogito cartesiano, la verità non è qui data dall’intelletto, ma dalla volontà. Pensare vuol dire semplicemente dubitare, per cui l’affermazione non si basa sulla realtà, ma sulla propria volontà.

Rahner si rende conto che i concetti bisogna pur sempre usarli nel pensiero e nella comunicazione umana, si tratta per lui di assegnare al concetto non più una funzione rappresentativa, ma fabulatrice e imbonitrice, che non mostra la verità ma, col pretesto della mistica, la nasconde e la sostituisce con la favola.

Tommaso, dal canto suo, fa notare che non esiste un sentire fisico dell’anima. San Tommaso non nega che si possa parlare di sensi spirituali, ma si tratta solo di metafore per esprimere atti dell’intelletto e della volontà.

Le cose di Dio sono oggetto dell’intelletto e della volontà mediante il concetto e non dei sensi o degli appetiti, perché Dio è puramente intellegibile e purissimo spirito. Quindi anche l’esperienza mistica è un intelligere, non una sensazione fisica o uno stato psicoemotivo, anche se può essere espressa con la metafora del sentire o dell’emozione, perché essa vuole esprimere il contatto immediato, concreto e affettivo con Dio e il mistico nella sua carità ardente ha come l’impressone di un’unione immediata e sponsale con Dio.

Immagine da Internet: La vanità, Tiziano


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