16 ottobre, 2024

Fruizione ed astinenza - Considerazioni sulla vita ascetica

 

Fruizione ed astinenza

Considerazioni sulla vita ascetica

 

C’è un tempo per abbracciare

                                                                                                       e c’è un tempo per astenersi dagli abbracci

Qo 3,5

Perchè mi sono fatto frate nel 1971

Oggi è diffusa una concezione della vita cristiana per la quale, col pretesto che essa è basata sull’amore e la libertà, che il cristiano è una persona gioiosa e misericordiosa, inclusiva e comprensiva, che ognuno ha una sua propria via di felicità, che Dio dà grazia a tutti e ci prende come siamo, si rifiutano princìpi morali assoluti ed universali, si rifugge dal concepire la morale come obbedienza a una legge, come esercizio faticoso del dovere, e si rifugge in ogni modo dalla sofferenza, dallo sforzo, dalla fatica e dalla rinuncia.  Non ci si preoccupa di evitare il peccato perché si pensa che Dio perdona tutti. Non si è disposti ad evitare il peccato, se ciò comporta sofferenza. Da qui per esempio la legalizzazione dell’eutanasia. Il male non è il peccare, ma il soffrire.

Fuggire il male per i buonisti e gli edonisti non è fuggire il peccato, ma fuggire la sofferenza. Non si devono compiere azioni che costino o che comportino sofferenza, ma solo azioni che ci piacciono. Oppure si compiono grandi sacrifici per fruire di beni vani ed effimeri Concetti come espiazione, soddisfazione, riparazione, sacrificio per loro non hanno senso. Non si deve far soffrire nessuno. Pertanto, se esiste il peccato, questo è l’irrogare una pena, è il castigare qualcuno. Il male è credere che sia possibile volere e fare il male. Viceversa, tutti sono buoni: solo che hanno concezioni diverse del bene e del male. Bisogna lasciar libero ciascuno di seguire la propria morale. 

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San Giovanni Paolo II assume con franchezza la nuova visione della donna, quella veramente biblica, ricavata dalla Genesi, dall’Apocalisse e dagli insegnamenti di Cristo, visione già introdotta da Pio XII come compagna dell’uomo, di pari dignità personale e uguaglianza di natura, voluta da Dio affinchè tra i due esista una reciprocità su tutti i piani dell’esistenza e della socialità.

Quanto a San Tommaso, egli mi ha fatto capire altresì la distinzione fra la fruizione di certi beni nella vita futura e la loro astinenza nella vita mortale. La fruizione riguarda l’attuazione dei valori protologici culminanti in quelli escatologici.

Per far luce su queste cose sorprendenti e quasi incredibili, per offrire un orizzonte di comprensione adeguato nel quale collocarle e per dare ad esse una plausibilità, bisogna che noi ci rifacciamo a quanto insegna San Paolo, quando dice che la vita presente è un passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, dall’uomo animale all’uomo spirituale, ossia dallo stato di natura decaduta alla natura redenta e da questa alla futura natura risorta, la «creatura nuova», che nasce col battesimo, per il quale rinasciamo come figli di Dio, ad immagine del Figlio, mossi  dallo Spirito Santo.

 


Immagini da Internet:
- La Pala di Ognissanti di Ludovico Brea, Genova
 
 

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