Lettera aperta ad Aldo Maria Valli

Lettera aperta ad Aldo Maria Valli

L’amico Aldo Maria Valli mi ha informato del suo progetto di pubblicare una raccolta di commenti al Concilio Vaticano II, mi ha fatto altresì conoscere i nomi dei contribuenti e ha proposto anche a me di pubblicare un mio articolo sull’argomento, cosa alla quale ben volentieri ho acconsentito.

Però, dando una scorsa ai nomi, mi sono accorto che essi appartengono tutti alla corrente conservatrice, critica delle dottrine del Concilio. Di quasi tutti conosco il pensiero, anche perché ho avuto con loro in questi ultimi anni amichevoli discussioni.

L’idea di far chiarezza su cosa è stato veramente il Concilio non sarà mai abbastanza lodata, data l’enorme confusione, gli spaventevoli equivoci e la incresciosa conflittualità intraecclesiale creati da conservatori e modernisti in contrasto fra di loro con intenti opposti: i primi, quello di screditare il Concilio, i secondi, quello di strumentalizzarlo a loro uso e consumo. In mezzo c’è il povero popolo di Dio dei cattolici normali, fedeli al Papa e alla Chiesa, sofferenti e stanchi di questa esasperante situazione, che registra quasi ogni giorno questo interminabile ed includente litigio, fedeli tirati per la giacca da destra e da sinistra ed accusati da entrambe le parti di fare il doppio gioco, laddove non fanno che usare, nella modestia e nella discrezione, quel senso critico e quel discernimento che mancano a entrambi i partiti.

Valli nel suo libro non ospita nessun modernista e, se vogliamo, fa bene, dato che essi da 50 anni ci assordano con la loro falsa interpretazione, benché in essa non tutto sia sbagliato. È vero che anche i conservatori fanno al Concilio, per quanto riguarda la parte pastorale, delle critiche giuste e rilevano mali della Chiesa effettivamente esistenti e gravi.

Ma, volendo fare un lavoro completo ed equilibrato, perché ospitare solo conservatori tranne Padre Cavalcoli? Lo si vorrebbe forse collocare tra i conservatori? Vorrebbe dire non averlo capito o che lo si vorrebbe strumentalizzare. Al che però il teologo domenicano non ci sta.

Per conoscere veramente la sua posizione egli invita a leggere il suo libro, Progresso nella continuità (Fede&Cultura 2011), che riflette quella che è la giusta interpretazione del Concilio, giusta per il semplice fatto che Padre Cavalcoli non fa che seguire l’unica interpretazione autentica e sicura che si ricava dal Magistero pontificio postconciliare. Ecco dunque la lettera:

Carissimo,

   senz'altro acconsento alla pubblicazione del mio articolo. Ho però una forte perplessità circa il valore del libretto che hai in mente di pubblicare. Ho dato una scorsa agli autori che intendi inserire. Conosco il loro pensiero. Purtroppo hanno la tendenza a interpretare le dottrine conciliari in senso modernistico, come se esse siano state influenzate da Rahner. Ma a cominciare da San Paolo VI fino all'attuale Pontefice i Papi hanno sconfessato questa tesi e ci hanno dato la giusta interpretazione del Concilio codificata nel nuovo Catechismo e nel nuovo Codice di diritto canonico.

   D'altra parte i modernisti si considerano gli eredi del Concilio. Ma per smascherare la loro impostura occorre opporle la vera interpretazione offerta dal magistero pontificio, soprattutto quella di San Giovanni Paolo II. Inoltre occorre riconoscere i frutti validi della riforma conciliare. Come vedi la questione non è semplice.

  Perchè dunque non ospitare anche qualche discorso di Paolo VI o di Giovanni Paolo II o di Benedetto XVI sul Concilio? Questa è la direzione giusta e costruttiva. Altrimenti, mettendoti contro questi Papi, finirai per assumere una linea scismatica e non sarà credibile la tua intenzione di restare nella Chiesa, come è successo ai lefevriani e a Don Minutella, e fallisci nel giusto intento di rimediare all'attuale modernismo.

   Sembra paradossale, ma devo dire con totale cognizione di causa: per sconfiggere il dèmone del modernismo l'arma giusta è proprio il Concilio. Il demonio v'impedisce di vedere questo proprio perchè vuol impedire il vero progresso della Chiesa.

  L'attuale crisi della Chiesa non è dovuta al Concilio, ma all'invasione di modernismo, che è iniziata subito dopo il Concilio, e che i Papi non sono riusciti a frenare e tanto meno ci riesce oggi Papa Francesco.  Tuttavia il protestare e la raccolta di firme contro di lui non serve, anzi lo irrita di più. Occorre insistere con solidi argomenti, con garbo e rispetto nel proporgli la soluzione del problema, come sto facendo io da sette anni.

Una pubblicazione come questa che hai in mente, senza le integrazioni compensative che ti suggerisco, finirà per portare acqua al mulino del modernismo, ed i modernisti continueranno nella loro strada prendendosi gioco di voi non senza qualche ragione. Se invece fate come vi suggerisco, darete al modernismo un colpo mortale, aiuterete il Papa e affermerete il vero cattolicesimo nella Chiesa. IL PAPA NON VUOLE IL MODERNISMO, MA LA VERA RIFORMA DELLA CHIESA PROMOSSA DAL CONCILIO.

P.Giovanni Cavalcoli, OP

Fontanellato, 27 novembre 2020

Immagine da internet


 

1 commento:

  1. Ho una fiducia totale in Padre Cavalcoli e penso che se l'amico Valli gli darà retta non sbaglierà davvero.

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