19 febbraio, 2020

I «figli del diavolo» in S.Giovanni

I «figli del diavolo» in S.Giovanni
 
I buoni e i cattivi
 
La predicazione corrente, che ci ricorda la vocazione dell’uomo ad essere figlio di Dio, non può farci dimenticare che il Nuovo Testamento parla anche di «figli del diavolo». Questa distinzione è uno sviluppo cristiano della spontanea distinzione che facciamo sin da fanciulli fra buoni e cattivi. Buono è l’uomo che fa il bene; cattivo è colui che fa il male. Il problema semmai è quello di quali criteri usare per fare la distinzione in linea di principio e nei casi concreti.
 
Come distinguere i buoni dai cattivi? Dai loro frutti, dalle loro opere. Lo dice Cristo stesso (cf Mt 7,17). L’albero buono dà frutti buoni, l’albero cattivo dà frutti cattivi. E se uno compie un atto oggettivamente cattivo, pensando che fosse buono, come facciamo a saperlo? Come facciamo a dirgli: tu hai peccato? Occorre che siamo certi che egli sapeva che ciò che ha fatto era peccato.
 
L’esser buono e l’esser cattivo sono due qualità permanenti nelle persone o un buono può diventare cattivo e viceversa? Il cattivo può convertirsi e diventare buono; e il buono può corrompersi e diventare cattivo. Bontà e malizia dipendono dalla libera volontà. Per questo, sono possibili i suddetti passaggi. Ciò che invece è legato all’indole di ciascuno, resta sempre quello, si tratti di una tendenza alla virtù o al vizio. Un virtuoso in una data virtù può sempre peccare in quella data virtù e viceversa un vizioso in un dato vizio, può compiere un atto buono contro quel vizio.
 
Continua a leggere:
https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/i-figli-del-diavolo-in-sgiovanni.html

Immagine da internet

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.