03 dicembre, 2022

Risposte a un Vescovo che mi ha scritto circa i compiti odierni del teologo

  Risposte a un Vescovo che mi ha scritto

circa i compiti odierni del teologo

Penso di far cosa gradita ai Lettori renderli edotti di una corrispondenza che ho avuto con un Vescovo incaricato di un importante ufficio in campo teologico presso la Santa Sede. Egli mi ha inviato una lunga lettera, nella quale espone il suo pensiero circa la sua concezione della teologia e del suo metodo, nonchè quelli che ritiene essere i compiti oggi del teologo.

Data la delicatezza della cosa, il Lettore mi scuserà se lascio lo Scrivente nell’anonimato, per riguardo alla sua persona. Non ho voluto fare una delle solite «lettere aperte», che spesso urtano la suscettibilità del destinatario con problematici risultati nei rapporti con l’interlocutore. Non voglio quindi che questo possa essere il caso del mio rapporto con questo autorevole teologo, col quale tengo molto a proseguire il dialogo.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/risposte-un-vescovo-che-mi-ha-scritto.html

 

Fontanellato, 14 novembre 2022


L’idea dell’essere, la più ampia, astratta, comprensiva ed accogliente che abbiamo a nostra disposizione, luce che Dio stesso ci ha donato, è quanto di meglio la nostra mente può offrire al Dio della gloria, è il tempio nel quale accogliamo, sempre indegnamente, poveramente e inadeguatamente, tra tutti i nomi da noi nominabili, che Dio stesso si è scelto, il più bello e il più sublime, il meno indegno di Lui, nome che fra tutti Si è scelto per manifestarsi a noi in Cristo, che pertanto ha ricevuto «il nome che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,9). E questo nome è: Io sono. «Alzatevi, porte antiche, ed entri il Re della gloria» (Sal 23,9). Come a dire: ampliatevi, o trascendentali, e ospitate nel vostro piccolo orizzonte Colui Che È!

Astrarre con l’intelletto vuol dire allargare e potenziare la sua capacità d’intellezione e di comprensione, perché si tratta di prescindere dal caduco, dal corruttibile e da ciò che è troppo stretto per l’ampiezza del nostro spirito – ciò che è materiale – per sollevarsi da terra e salire al cielo. Dio non abita nei cieli? Se Cristo è disceso dal cielo, è solo perchè con lui dobbiamo salire al cielo, dove «lo vedremo così come Egli è» (I Gv 3,2).

Immagine da Internet: Dianella Fabbri, Salmo 23

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