11 agosto, 2023

Un giudizio su Papa Francesco - Seconda Parte (2/2)

 Un giudizio su Papa Francesco

Seconda Parte (2/2)
 
Pregi e difetti della predicazione di Papa Francesco

Il Papa ha un modo di esprimersi del tutto insolito nei precedenti Papi; un modo estroso, scanzonato e a volte addirittura burlesco, che ricorda il Giullare di Dio. Se non fosse che a volte scherza, verrebbe voglia di dire che dice delle empietà. Quando non parla seriamente nei documenti ufficiali egli si abbandona a cose che sembrano eresie: non dobbiamo dar loro peso.

Un difetto della predicazione di Papa Francesco non riguarda ciò che dice, ma come lo dice. Capita che si esprima in modi inappropriati ed ambigui, senza che peraltro egli successivamente chiarisca che cosa intendeva dire. Magari il suo pensiero appare chiaramente espresso in altre occasioni. È opportuno in questi casi interpretare in bonam partem.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/un-giudizio-su-papa-francesco-seconda.html

 

Padre Lanzetta non è riuscito a comprendere in una luce serena quanto è avvenuto con le dimissioni di Benedetto XVI. Certo, non è tra coloro che giudicano invalide le dimissioni di Benedetto e per conseguenza invalido il pontificato di Francesco. Quello che non riesce a capire è come Benedetto sia rimasto Papa, pur avendo abbandonato l’esercizio del ministerium.

Padre Serafino si trova in un impasse perché non vuol separare munus, cioè l’esser Papa, da ministerium, cioè fare il Papa, mentre il segreto per capire quanto è successo sta proprio nel fare questa separazione indicataci dallo stesso Benedetto quando disse che egli restava Papa «per sempre», quindi conservava il munus petrino, pur avendo lasciato il governo della Chiesa, ossia l’esercizio del ministerium a Francesco.

Padre Lanzetta è rimasto attaccato alla concezione del rapporto munus-ministerium che è invalsa fino a Benedetto ed è tuttora presente nel Diritto canonico e cioè il concetto che se un Papa dà le dimissioni non perde solo il ministerium, ma anche il munus: non più Papa e basta. 

Non si è accorto che Benedetto, separando munus, che egli ha conservato, da ministerium, che ha lasciato, ha mostrato alla Chiesa un aspetto del papato che finora era sconosciuto e del quale il Diritto canonico dovrà tener conto, e cioè che un Papa che dà le dimissioni diventa «Papa emerito», cioè conserva il munus e lascia il ministerium.


Immagini da Internet:
- Papa Benedetto XVI annunzia la sua decisione di diventare Papa emerito
- Padre Serafino Lanzetta

7 commenti:

  1. Stimatissimo p. Cavalcoli , la comprendo quando ella cerca di fare "l'avvocato del diavolo" ; di parte può e occorre; e dovere sia:
    ma, qua il marasma è immane (IMMANE !!!) Non minimo! I termini sono labili, oppure non sono più termini, i tempi sono strettissimi! Ella p. Cavalcoli può "fare", ne è dotato e ne ha titolo; alzi per Dio la Testa al Cielo, una unica volta basta, sia sgominato l'intruso, siano scassati i serpenti. Coraggio, ci vuole; e Dio guiderà, certo. In Fede.

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    1. Caro Guido,
      vedo che lei parla per allusioni e anche con una certa efficacia.
      Non ho capito, però, a chi si riferisce.

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  2. Intendo che Ella sia tra quelli in grado di contrastare a fondo questa falsa clerochiesa, su dettagliati argomenti dottrinali che vengono stuprati stante un papa (?) subdolo:
    Ella sa bene quali siano i punti: comandamenti, catechismo, e pure Eucarestia! Quante anime si stanno perdendo, non aspettiamo oltre.

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  3. Anonimo 10:32 = Guido

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    1. Caro Guido, la ringrazio per la stima che ella nutre nella mia capacità di contrastare i mali che oggi affliggono la Chiesa.
      Ritengo però che lei sia troppo severo verso Papa Francesco, perché non è immaginabile che egli appoggi deliberatamente le forze moderniste. La lettura che si deve fare della situazione, a mio giudizio, è che l’attuale Papa si trovi nel medesimo stato di debolezza dei Papi precedenti, con la differenza che da una parte le forze moderniste sono aumentate e dall’altra effettivamente il Papa sembra essere troppo indulgente verso i modernisti, ma probabilmente non si sente le forze per contrastarli e, a mio giudizio, teme che un intervento disciplinare aggravi la situazione.
      E noi, che cosa possiamo fare? Stare vicini al Papa nel sostenere l’urto delle forze disgregatrici, che agiscono all’interno della Chiesa, nella certezza che grazie all’assistenza di Cristo presto saranno vinte.

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    2. Spero anch'io che la situazione precipiti fino ad all'intervento Divino, ma come ci giustifichiamo circa il tacere e/o omettere di intervenire...
      Capitolo F. el primeiro: mons. Paglia però lo ha promosso lui e pure card. Zuppi e pure il sig. Martin con tucho Fernandez e compagnia briscola. La ringrazio per la Sua attenzione . LJC .

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    3. Caro Guido,
      lei, forse senza accorgersene, sta ragionando come un marxista, non da cristiano. Perché le dico questo? Perché il metodo marxista di azione politica si basa sulla dialettica hegeliana della contraddizione, per la quale il progresso storico avviene non sanando, ma esasperando le contraddizioni sociali, in modo da far sì che, come dicono i marxisti, “scoppino le contraddizioni”.
      Lei dovrebbe rendersi conto che questo metodo è tutto il contrario di quello che ci chiede il Vangelo, il quale, ben lungi dall’esasperare i contrasti o i conflitti, si adopera con ogni mezzo per appianarli, per avvicinare i nemici, per togliere le posizioni estreme, per proporre valori comuni.
      E se il conflitto non si risolve, bisogna avere una gran pazienza nel sopportare i prepotenti. E quale dev’essere la speranza? Che il Santo Padre Francesco, con la forza dello Spirito Santo e aiutato da buoni collaboratori, riesca a condurre un’opera di riconciliazione tra gli passatisti e i modernisti.

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