22 aprile, 2024

La luce della sofferenza - Giobbe e Gesù Cristo - Seconda Parte (2/2)

 

La luce della sofferenza

Giobbe e Gesù Cristo

 Seconda Parte (2/2)

 

 La risposta di Cristo

 Gesù Cristo suppone quanto Giobbe sa circa il rapporto di Dio con la sofferenza e ci insegna molte cose su di essa. Ci chiarisce le sue origini dal peccato originale, ci chiarisce perché essa può essere buona e voluta da Dio, ci chiarisce la sua funzione salvifica, ci chiarisce come liberarcene definitivamente.  Ci chiarisce che Dio ricava dal peccato di Adamo una felicità – la figliolanza divina – superiore a quella felicità umana che ci sarebbe stata se Adamo non avesse peccato.

Tuttavia, possiamo osservare che, se Dio avesse voluto, avrebbe potuto creare un’umanità gloriosa di figli di Dio esattamente come quella che risulta dall’attuale piano di salvezza, anche se non avesse permesso al peccato di entrare nel mondo e quindi anche se non fosse stata necessaria la redenzione di Cristo per raggiungere l’attuale scopo finale della storia della salvezza. Perchè Dio ha voluto non impedire il peccato? Non lo sappiamo, né Cristo ce lo ha rivelato, perché questo mistero è talmente intimo alla volontà divina e per noi impenetrabile, che può esser noto solo a Dio.

Continua a leggere:

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-luce-nella-sofferenza-giobbe-e-gesu_21.html


L’Antico Testamento presenta con chiarezza due concetti riguardanti il rapporto di Dio con l’uomo, concetti che corrispondono ai dati della ragione e della teologia naturali, utili quindi per il dialogo interreligioso: il concetto che Dio castiga il malvagio e premia il giusto e il concetto che l’uomo, sentendosi in debito di colpa verso Dio, gli offre sacrifici per ottenere grazia e perdono.

Gesù Cristo da una parte conferma ciò che Giobbe aveva capito e cioè il dovere del giusto sofferente di rassegnarsi alla volontà di Dio. E dall’altra aggiunge ciò che Giobbe non sapeva e che Cristo stesso rivela. Gesù infatti rivela la possibilità di un rito religioso sacrificale espiatorio, rivelando il significato della profezia isaiana sul Servo di Dio sofferente come riferita a Lui stesso. Egli è dunque il Giobbe che accetta serenamente la sofferenza per amor nostro dalle mani di Dio, ma è un Giobbe che sa perché Dio gli ha mandato la sofferenza: per riscattare l’umanità con l’offerta sacerdotale di se stesso in espiazione dei nostri peccati al nostro posto.

Ma ciò non vuol dire che in quest’opera di salvezza Cristo faccia tutto Lui e a noi non resti altro che godere dei frutti del suo sacrificio. Se vogliamo salvarci, anche noi dobbiamo prendere ogni giorno la nostra croce e salire sulla croce con Cristo.

Immagine da Internet: Cristo crocifisso (particolare), Beato Angelico

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti che mancano del dovuto rispetto verso la Chiesa e le persone, saranno rimossi.