17 marzo, 2023

Via da me maledetti - Prima Parte (1/2)

 Via da me maledetti

Prima Parte (1/2)

Maledetto l’uomo che confida nell’uomo

Ger 17,5

Delle parole di Cristo non bisogna accettare solo una parte

Che significano queste parole di Cristo? Colui che è venuto a chiamare tutti alla salvezza, quel Cristo che a tutti predica il Vangelo, che va verso tutti e tutti avvicina per sanare le loro piaghe e sollevare dalle loro miserie, come può allontanare qualcuno? Eppure il Concilio di Quierzy dell’853 (Denz.623), confermato dal Concilio di Trento (Denz.1523), insegna che non tutti si salvano[1].

E come è possibile quel «via da me»? L’amore – ecco l’obiezione - significa vicinanza, unione, stare assieme. L’amante accoglie, avvicina e si avvicina, non separa, non respinge, non rifiuta, non allontana da sè, non si allontana dall’amato. Se non fa così vuol dire che non ama, ma odia. Dunque Cristo odia qualcuno?

No. Egli offre a tutti il suo amore. Ma non tutti ricambiano questo amore.  L’amore di Cristo per l’uomo non è un amore che lasci all’uomo decidere che cosa è bene e che cosa è male; ma questo ufficio è solo il suo, in quanto Dio nostro creatore. Sta quindi a Cristo e non all’uomo, stabilire le condizioni dell’amore. E queste sono l’osservanza della legge divina. 

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Diciamo in linea di principio che la cosa fondamentale da tenere presente per capire la dottrina e la condotta di Cristo, il quale al giudizio universale accoglie alcuni ed allontana da sé altri, è l’esistenza del libero arbitrio, per il quale, benché ogni uomo sia creato da Dio con una spontanea tendenza della volontà all’amore per il sommo bene, di fatto, a causa del peccato originale, esiste in ciascuno di noi anche una tendenza a peccare, per cui non abbiamo solo il gusto del bene, ma anche quello del male. Certi peccati ci attirano e ci piacciono.  

Noi, se vogliamo salvarci, scegliamo come vogliamo salvarci, ma anche Dio sceglie chi salvare. Il primo punto oggi non fa difficoltà. Fa difficoltà il secondo. Nessuno oggi parla di predestinazione e di elezione divina, che pure sono verità di fede tradizionali insegnate dal Concilio di Trento su chiara base scritturistica. Eppure, proprio al fine di salvarci, occorre assolutamente che noi capiamo il significato di quei concetti.


Dio dà a tutti i mezzi per salvarsi. Se la salvezza dipendesse solo da Lui, tutti sarebbero salvi. Se quindi ci sono dei dannati, questo fatto è esclusivamente colpa loro. Sono stati cacciati da Cristo, perché essi stessi di loro iniziativa si sono esclusi. Cristo non fa che avallare la decisione che essi stessi hanno presa. Dà loro un’intimazione che corrisponde esattamente a quanto essi vogliono: star lontano da Dio perché lo odiano. Cacciando gli empi, Cristo non dà prova di esclusivismo, non smentisce la sua disponibilità a salvare tutti, ma semplicemente non fa che lasciare libero l’empio di fare quello che egli stesso vuole.




Inoltre, per capire le parole di Cristo, bisogna tener conto della circostanza nelle quali le pronuncia: si tratta del giudizio universale, ossia del giudizio divino definitivo circa le sorti dell’umanità e della conferma del destino dei singoli in relazione alla comunità umana e alla Chiesa.



Immagini da Internet:
- Giudizio universale, Beato Angelico
- Giudizio universale, Giotto
- Giudizio universale, Michelangelo


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