25 aprile, 2023

Considerazioni sulla questione della sofferenza - Terza Parte (3/3)

 Considerazioni sulla questione della sofferenza

Terza Parte (3/3)

La sofferenza dell’invecchiamento e la morte

Con l’invecchiamento accade che, diminuendo col tempo la forza animatrice ed organizzatrice dell’anima, come sanzione della colpa originale, e permanendo invece l’energia naturale dei componenti chimici del corpo, essi si rendono vieppiù indipendenti dal dominio dell’anima.

Con l’avanzare degli anni, avviene un graduale deterioramento fisico, le funzioni vitali e i movimenti diventano lenti e faticosi, l’agilità fisica diminuisce, la fragilità della salute aumenta e diminuiscono le difese dell’organismo, finchè a un certo punto l’anima non riesce più a mettere d’accordo le forze chimiche in contrasto fra di loro. 

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La sofferenza, per il cristiano, può essere un valore e pertanto entro certe condizioni ed entro certi limiti, può essere desiderabile, utile, amabile, preziosa, feconda e sorgente di purificazione, espiazione, salvezza, gioia e pace. In che modo? Come comprendere questo? Bisogna studiare e comprendere il significato delle sofferenze di Cristo.

Per avere un’idea più che sufficiente e consolante della misericordia divina del Padre e del Figlio, non occorre ricorrere ad assurde concezioni di una sofferenza nella natura divina, ma è sufficiente considerare le sofferenze dell’umanità di Cristo in quanto uomo. Gesù uomo è il modello del misericordioso a noi proporzionato e in Gesù certamente la misericordia ha quella tonalità psicoemotiva che la caratterizza come sentimento umano. Nel contempo in Cristo e attraverso Cristo possiamo leggere i sentimenti del Padre.

Nel sofferente è Cristo stesso che implora la nostra misericordia e, come Egli stesso ci avverte, è Cristo stesso che compassioniamo nel sofferente che solleviamo dalla sua sofferenza.

Ovviamente il sofferente, per dar valore salvifico alla sua sofferenza, deve unirsi a Cristo sofferente; ma questo può avvenire anche implicitamente in un sofferente che in buona fede ignori il mistero della croce. 

Ed oggi la Chiesa ci persuade che questa presenza redentrice di Cristo la possiamo vedere anche nei bambini e negli stessi embrioni.

Gesù in croce c’insegna che uniti a Lui possiamo essere sereni e fruire della presenza di Dio anche sulla croce. Gesù infatti godeva addirittura della visione beatifica in forza dell’unione ipostatica della sua natura umana alla persona del Verbo. Infatti è possibile che mentre i sensi patiscono, l’anima sia nella pace. «Ecce in pace amaritudo mea amarissima» (Is 38,17). Se abbiamo la coscienza a posto, che ci importa se gli altri ci disprezzano?

Immagini da Internet:
- Feto nel grembo materno, Leonardo da Vinci
- Volto del Cristo Crocifisso, Giotto 

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