27 aprile, 2023

Non omnes salvantur Che cosa significa questa dottrina della Chiesa? - Prima Parte (1/2)

 

  Non omnes salvantur

Che cosa significa questa dottrina della Chiesa?

Prima Parte (1/2)

 

Se ne andranno, questi al supplizio eterno

                                                                                                       e i giusti alla vita eterna.

Mt 25,46

Dio offre a tutti la possibilità di salvarsi,

ma non tutti accettano la proposta di Dio

In questo articolo mi propongo due cose: una, ricordare brevemente come e perché la Chiesa afferma l’esistenza di dannati, rimandando ad altri scritti miei[1] e dei teologi su questo argomento[2]; l’altra, cercare di capire che importanza ed utilità ha per la nostra salvezza il sapere che non tutti si salvano. 

 

Il primo insegnamento della Chiesa è un articolo di fede del Simbolo Atanasiano del sec. V: «coloro che hanno fatto il bene, andranno nella vita eterna; coloro invece che hanno operato il male, nel fuoco eterno» (Denz.75).

Continua a leggere: 

https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/non-omnes-salvantur-che-cosa-significa.html

Altri dicono che un Dio buono, onnipotente e perfetto non può compiere un’opera difettosa dove permanga il male. Ora l’esistenza dell’inferno sembra essere proprio un’opera del genere. Dunque essa è incompatibile con Dio.

Altri sostengono che un Dio buono e onnipotente deve poter eliminare ogni male per sempre e totalmente. Ma  l’inferno suppone un Dio che lascia sussistere per sempre il male. Dunque, se Dio è Dio, l’inferno non può sussistere.

Essendo sempre sentita questa difficile tematica, anche oggi nella Chiesa è in atto la discussione se si salvano o non si salvano tutti.

 

Riprendendo il tema del nostro articolo, diciamo che non tutti si salvano perché non tutti accettano il piano del Padre così come lo ha realizzato il Figlio. Non tutti concepiscono la salvezza come l’ha concepita Cristo, ossia come remissione dei peccati mediante il sacrificio della croce, come ingresso nella vita eterna, come salvezza dalla dannazione eterna, come figliolanza divina in Cristo, come prospettiva della visione beatifica e risurrezione gloriosa del corpo alla fine del mondo.

Coloro che concepiscono l’uomo come autofondato, per cui negano che sia creato da Dio e per conseguenza negano l’esistenza di Dio, non sentono affatto il problema di essere salvati, giacchè ritengono che l’uomo da sé possa liberarsi di tutte le forze ostili che vorrebbero la sua distruzione, oppure ritengono che se egli è distrutto dalla sventura, ciò dipenda dall’evoluzione dell’universo, che è l’Assoluto. L’ateo o il panteista ritiene di essere egli stesso l’Assoluto o di risolversi nell’Assoluto. E all’Assoluto che cosa può nuocere? L’Assoluto ha bisogno di essere salvato?

Immagini da Internet:
- Redentore "Salvator mundi", Bartolomeo della Gatta
- René Magritte, La recherche de l’absolu

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