Cari Vescovi, parlateci di Dio
Il teologo al posto del Vescovo
Oggi il personaggio mitico produttore di dottrina, colui che vi aggiorna sulle nuove scoperte riguardanti la Parola di Dio e il concetto di Dio, colui che corregge i vostri errori su Dio, che vi mostra che il vostro concetto di Dio è antiquato e superato, il maestro della fede, la luce della Chiesa, il mistagogo e l’iniziatore ai divini misteri, il maestro dell’anagogia, chi vi guida per gli ardui e scoscesi sentieri dell’Assoluto, che vi fa sentire il sapore dell’Eterno aprendo spazi infiniti alla vostra autocoscienza, il profeta dell’escatologia del presente e del futuro realizzato, che vi fa sperimentare l’ineffabilità atematica del Trascendente preconcettuale, l’inutilità dei concetti e dei dogmi, nonché la tenerezza della divina misericordia, non è più il Vescovo, non è il parroco, non è il catechista, non è il confessore, non è il Papa; è il teologo e il biblista, è il professore dell’Università Gregoriana o della Facoltà di Teologia di Tubinga o di Francoforte.
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Voi, cari
Vescovi, dovete tornare ad insegnarci a guardare in alto, a sollevare lo sguardo
da queste cose che abbiamo sotto gli occhi e che cadono sotto i sensi, che pure
sono belle e utili, alle realtà sovrasensibili, metafisiche, invisibili, puramente
intellegibili, spirituali, celesti, divine.
Come mai non riprendono mai i grandi temi spirituali trattati da Papa Francesco sulla santità, lo gnosticismo, la lotta contro il demonio, la confidenza in Dio, l’ascolto della sua Parola, il mistero di Cristo, l’azione dello Spirito?
Immagine da Internet: Portogallo, 6 agosto 2023
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