23 agosto, 2024

Gregorio Rasputin - La tragedia della mistica scismatica - L’illusione della mistica modernista - Seconda Parte (2/2)

 

Gregorio Rasputin

La tragedia della mistica scismatica

L’illusione della mistica modernista

 
Seconda Parte (2/2)

Tutto ebbe inizio, come egli stesso raccontò, dall’aver avuto una visione della Madonna di Kazan, protettrice della Russia, che appunto gli dava questa missione profetica di salvezza e santificazione del prossimo. Prese allora contatti col vicino monastero di Verothur che custodiva le reliquie di San Simeone, al quale rimase devoto per tutta la vita. Decidette così di intraprendere una severa vita ascetica obbedendo ad un impulso interiore per il quale si sentì portato alla missione di padre spirituale, chiamato staretz dai Russi. Si dette allo studio della Scrittura e della vita dei Santi russi, ad aspre penitenze, a lunghe preghiere nella solitudine, alla frequentazione degli uffici religiosi e a pellegrinaggi.

Così decise di raggiungere i centri della vita russa per predicare là il Vangelo e svolgere la sua missione profetica. Giunse effettivamente a Mosca e a San Pietroburgo è diventò un’apprezzata guida e un saggio consigliere spirituale, con una notevole capacità di intuire la situazione interiore delle persone essendo così in grado di confortarle, illuminarle e dar loro buoni consigli.

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Gregorio Rasputin si sentì mandato dalla Madonna di Kazan a svolgere la sua missione per la grandezza della Santa Russia. Lo zar Nicola II, pochi giorni prima del suo martirio, consacrò la Russia alla veneratissima Vergine di Kazan. Sorprendente coincidenza e incontro nel nome della Madonna dei due personaggi chiave della tragedia che avrebbe condotto alla rivoluzione atea comunista del 1917: Rasputin, al quale viene addebitata la colpa di aver fatto cadere la dinastia Romanov e lo zar Nicola, uomo di fede ma debole e irresoluto nei confronti del dissoluto, eretico e falso mistico Rasputin. Nicola però si riscattò perdonando ai suoi assassini e rifiutando di essere liberato dall’Armata Bianca per evitare uno spargimento di sangue. 

Per questo atto eroico finale, anche se la vita precedente di Nicola non fu del tutto edificante, la Chiesa russa lo ha canonizzato come martire («colui che ha sofferto la passione di Cristo»), mentre l’attuale governo russo lo ha riabilitato dichiarando illegittimo il processo che lo condannò a morte insieme con la sua famiglia. Un presagio di pace per la Russia e per il mondo?

Immagine da Internet: Famiglia Romanov

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