11 giugno, 2019

La questione del desiderio di vedere Dio e la potenza obbedienziale Un testo di Tomas Tyn

La questione del desiderio di vedere Dio
e la potenza obbedienziale
Un testo di Tomas Tyn
Mia introduzione
Si può dire che l’istanza di fondo della Sacra Scrittura è il desiderio di vedere il volto di Dio, di vederlo «faccia o faccia», «così com’è» (I Gv 3,2). «Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così la mia anima anela a Te, o Dio» (Sal 42,2). «Inquietum cor nostrum – diceva S.Agostino – donec requiescat in Te».
Oggi invece gli spiriti sembrano per lo più divisi tra due opposti estremismi: tra il fideismo misericordista di coloro che, convinti di sperimentare Dio in modo ineffabile già da sempre nell’intimo della propria coscienza, non hanno altro interesse nei confronti di Dio che sperimentare la sua misericordia. 
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Sul versante opposto troviamo gli atei e gli agnostici, ai quali Dio non interessa o non sanno se ci sia o non ci sia, perché o dubitano che esista o si dicono convinti che non esista e, per conseguenza, pensano di poter benissimo regolare la propria condotta  morale senza bisogno di ricevere ordini, magari per mezzo del Papa o di una cosiddetta «legge naturale», da un Dio che dal cielo dica loro che cosa devono fare. Se infatti così fosse, essi sentirebbero come conculcata la loro libertà.
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Mosaico 
Basilica di San Clemente 
in Roma

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