La questione
del desiderio di vedere Dio
e la potenza
obbedienziale
Un testo di
Tomas Tyn
Mia
introduzione
Si può dire che
l’istanza di fondo della Sacra Scrittura è il desiderio di vedere il volto di
Dio, di vederlo «faccia o faccia», «così com’è» (I Gv 3,2). «Come la cerva
anela ai corsi d’acqua, così la mia anima anela a Te, o Dio» (Sal 42,2).
«Inquietum cor nostrum – diceva S.Agostino – donec requiescat in Te».
Oggi invece gli
spiriti sembrano per lo più divisi tra due opposti estremismi: tra il fideismo
misericordista di coloro che, convinti di sperimentare Dio in modo ineffabile
già da sempre nell’intimo della propria coscienza, non hanno altro interesse
nei confronti di Dio che sperimentare la sua misericordia.
....
Sul versante
opposto troviamo gli atei e gli agnostici, ai quali Dio non interessa o non
sanno se ci sia o non ci sia, perché o dubitano che esista o si dicono convinti
che non esista e, per conseguenza, pensano di poter benissimo regolare la
propria condotta morale senza bisogno di
ricevere ordini, magari per mezzo del Papa o di una cosiddetta «legge naturale»,
da un Dio che dal cielo dica loro che cosa devono fare. Se infatti così fosse,
essi sentirebbero come conculcata la loro libertà.
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Mosaico
Basilica di San Clemente
in Roma
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