06 maggio, 2023

Trattato sugli Atti umani - P. Tomas Tyn - Lezione 1 (3/3)

 Trattato sugli Atti umani

P. Tomas Tyn

Lezione 1 (Parte 3/3)

P.Tomas Tyn, OP - Corso “Atti Umani” - AA.1986-1987 - Lezione n. 11 (A-B)

Bologna, 13 gennaio 1987 - Fine Ultimo n. 11 (A-B)

http://www.arpato.org/corso_attiumani.htm

Quindi, all’ordine delle cause efficienti corrisponde l’ordine dei fini. Perciò, come nell’ordine delle cause efficienti, le finalità connaturali umane sono espressione della volontà creatrice, causa prima, così i fini intermedi, cioè quegli stessi beni che noi scorgiamo in qualche modo nella nostra natura, e che non ci abbiamo messo noi stessi, ma li troviamo lì, li scopriamo lì già immessi e preesistenti, tutti questi fini sono a loro volta finalisticamente ordinati al fine ultimo, che anche esemplarmente rappresentano.

Vedi come si stabilisce poi il nesso tra le finalità, diciamo così, particolari della legge divina naturale con la legge eterna, cioè con Dio stesso, ossia con il fine ultimo. Questa corrispondenza vale anzitutto con maggiore evidenza sul piano della causalità efficiente, dove si parla di legge naturale. Vale poi anche sul piano dell’esemplarità, dove c’è rapporto tra legge eterna, cioè non più Dio Creatore e Legislatore e natura umana creata, e quindi promulgazione della Sua volontà.

Ma si tratta del rapporto esemplare tra la legge eterna, che è l’essenza stessa di Dio, come radice delle sue partecipazioni, e le partecipazioni alla natura umana, e poi il rapporto finalistico, fini intermedi, però insiti nella natura umana stessa, insiti da Dio che ordinano ovviamente a Dio in quanto espressioni della sua volontà

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/trattato-sugli-atti-umani-p-tomas-tyn_6.html

 

 

Tutti i fini che in qualche modo fanno parte della natura umana sono insiti negli stessi principi della moralità. Non sono oggetto in qualche modo della libera scelta, ma sono i presupposti della stessa libera scelta.

Il fine ultimo soggettivo è la visione di Dio. Il fine ultimo oggettivo è Dio stesso. Ora, naturalmente, esso si collega con il discorso stesso della carità: “Chi mi ama, osserva i miei comandamenti”.

Nell’essere uniti con la volontà suprema, che è Dio stesso, non c’entriamo ancora noi che contempliamo Dio e amiamo Dio, ma c’entra Dio stesso, che è la sua intelligenza e che è la sua volontà. Non è possibile che io sia ordinato alla volontà di Dio senza conformarmi a questa volontà stessa.

Se Dio ha voluto che io fossi costituito in questa determinata verità del mio essere umano, se io agisco secondo questa verità, agisco in vista di Dio, cioè cammino con gli affetti della mia mente, direbbe S.Agostino, verso il fine ultimo, che è Dio.

Non è possibile che noi siamo in amicizia o in conformità con la volontà di Dio senza adempiere, conformarci, a quelli che sono i contenuti particolari della volontà medesima.

Solo se io accetto la verità del mio essere come qualche cosa che sovrasta la mia stessa libera volontà, solo allora io mi metto in qualche modo nella direzione della realizzazione del fine ultimo oggettivo, che è la volontà di Dio, non più nelle sue partecipazioni, ma nella sua essenza. Insomma, non è possibile essere ordinati all’essenza della volontà di Dio, senza ordinarsi ad essa tramite le sue partecipazioni.


 Immagini da Internet: Paradiso, Giusto de' menabuoi, Battistero di Padova

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