10 ottobre, 2023

Discussione sulla pena di morte - Seconda Parte (2/2)

Discussione sulla pena di morte

Seconda Parte (2/2)

Bisogna fare un’altra considerazione. Nella vita presente, conseguente al peccato originale, per il quale la carne si oppone allo spirito e lo soffoca, lo spirito, per fruire della sua libertà e vivere in pienezza la gioia della vita spirituale, è obbligato in certe circostanze, quando non è possibile una soluzione pacifica o un accordo, a «mortificare» la carne e lo stesso spirito che a causa della superbia diventa schiavo di se stesso, ha il dovere di reprimere i suoi moti verso il peccato con l’acquisto della virtù.

La pena di morte fa parte di tutti quei provvedimenti terapeutici e di emergenza, necessari nella vita presente, per eliminare tutte quelle forze che ostacolano, frenano o intralciano la nostra vita spirituale e una decente vita fisica. Tra questi interventi provvisori o transitori, ma necessari nella vita presente nelle dovute circostanze, dobbiamo annoverare altre pratiche repressive o cautelative, come la pratica della guerra, la legittima difesa personale, l’uso della severità, le austerità e la pratica del pudore, del silenzio, del digiuno, delle veglie, della solitudine, dei pellegrinaggi, le pratiche ascetiche della rinuncia e del sacrificio, le pratiche penitenziali, nonchè le osservanze monastiche e gli stessi voti religiosi. Infatti, il voto di obbedienza può sembrare una forma di schiavitù, il voto di povertà può sembrare contrario al dominio dell’uomo sulla natura, il voto di castità può sembrare contrario alla volontà di Dio che uomo e donna siano una sola carne.

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... Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi.

Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che “la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona”, e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo».

Occorre notare che questo «insegna la Chiesa» non è un insegnamento dottrinale, ma pastorale. Il segno immediato è dato dal fatto che abbiamo la negazione di un contenuto precedente. Ora gli insegnamenti dogmatici non smentiscono mai, ma esplicitano o sviluppano l’insegnamento precedente. Trattandosi di una disposizione pastorale, non gode dell’attributo dell’infallibilità. E difatti, ciò si nota subito esaminando perché il Catechismo dichiara inammissibile la pena di morte: perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona.

La Chiesa, maestra di vita, annunciatrice della vita eterna, non può essere che in prima linea nell’adoperarsi con ogni mezzo per l’abolizione della pena di morte, laddove sia possibile ed opportuna. Deve essere animata da questa ansia profetica di far pregustare agli uomini di quaggiù le primizie della vita futura, dove non ci saranno più nemici o forze ostili ad una vita che per la sua immortale divinità permarrà per l’eternità.

Immagini da Internet: Santi e Sante in Paradiso

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