I sofismi di Maurizio Chiodi
nella sua interpretazione del pensiero del Papa
Un Papa
progressista ma retto nella fede
Il quotidiano Avvenire dell’8 ottobre scorso riporta un discorso del moralista Maurizio Chiodi[1] dedicato all’esposizione del rinnovamento della morale ad opera dell’attuale Pontefice con particolare riferimento all’Amoris laetitia nella spiegazione che Mons. Fernandez ci ha dato recentissimamente della famosa nota 351 dell’AL dove il Papa si esprime al condizionale: «in alcuni casi si potrebbero dare i sacramenti ai DR». La formula al condizionale non esprime evidentemente una legge o un permesso. Per questo occorre l’indicativo.
Ora il DDF ha sentenziato che la formula va interpretata all’indicativo, per cui ciò che prima appariva come una semplice ipotesi di legge, una legge possibile, adesso che la formula è passata all’indicativo, ha assunto la forma della vera e propria legge: esistono effettivamente dei casi nei quali i DR possono ricevere i sacramenti.
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Niente affatto. La coscienza non è la persona, ma è atto
spirituale, intellettivo e libero della persona. La coscienza non si
identifica affatto con la persona. Essa è proprietà della persona e regola di
origine divina del suo agire.
La coscienza è la voce di Dio nella persona. La coscienza è facoltà ed atto della persona, non è il tutto della persona e i suoi atti sono effetti e prodotti dell'intelletto e della volontà della persona.
Immagine da Internet : Maurizio Chiodi
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