02 maggio, 2024

In preparazione del Giubileo 2025 - Seconda Parte (2/3)

 

In preparazione del Giubileo 2025

Seconda Parte (2/3)

Siccome il Concilio di Nicea costituisce l’inizio del cammino fatto dalla Chiesa per chiarire il mistero della identità di Cristo, cammino che è proseguito con il Concilio di Efeso e si è concluso con il Concilio di Calcedonia, ho pensato di presentare ai Lettori anche gli insegnamenti di P. Tomas relativi a questi altri due Concili.

Concilio di EFESO

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            CRISTOLOGIA DEI PADRI APOSTOLICI.

            La divinità di Cristo è pure affermata con grande nettezza dai Padri apostolici. Era anzi, codesto, il punto essenziale della catechesi cristiana. L’insistenza su tal verità non mancò d’indurre certi cristiani a mettere in dubbio il carattere reale della umanità di Gesù; il docetismo (da δοϰέω, sembrare) (dottrina che insegnava essere stato il corpo del Salvatore una pura parvenza si diffuse sopratutto in Asia Minore sui primi del secolo secondo, e sant’Ignazio dovè batterlo in breccia. In tutte le sue epistole alle chiese orientali, egli afferma, con incomparabile forza di espressione, che Gepù è veramente uomo e il suo zelo nel mantenere intatta la verità su cotal punto ha fatto di lui il primo teologo di Maria, di cui ha difeso tanto la divina maternità che la verginal concezione. Ma, nel medesimo 35 tempo, sant’Ignazio riconosce espressamente la divinità di Gesù chiamandolo ad ora ad ora Dio (ὁ Θεός ; Smyr. I), mio Dio (ὁ Θεός μου ; Rom. VI), nostro Dio (ὁ Θεός ἡμῶν ; Ef. Inscriz.), l’Iddio Gesù Cristo (Θεός Ἰεσοῦς Χριστός ; Trall. VII) e praticando con tutta sicurezza ciò che i teologi appelleranno la comunicazione degli idiomi. Gli altri padri apostolici presentano una simile dottrina. 

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Immagine da Internet:

Concilio di Efeso del 431, Dértail de la mosaïque de la basilique de Fourvière à Lyon (partie de droite)
 
 
 
 
 

 

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