15 gennaio, 2025

Diritti dell’uomo e diritti di Dio - Sovvertimento e restaurazione nella Rivoluzione Francese - Prima Parte

 

Diritti dell’uomo e diritti di Dio

Sovvertimento e restaurazione nella Rivoluzione Francese

Prima Parte

 Uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli

Mt 23,8

 

                Rendete a Dio quello che è di Dio

                e a Cesare quello che è di Cesare.

                              Mt 22,21

 

Deposuit potentes de sede

Lc1,52

 Che cosa è la rivoluzione?

 Gli antichi Romani distinguevano un diritto umano da un diritto divino (ius et fas). Tale distinzione è stata ripresa e arricchita dal cristianesimo, il quale ha collegato ragione, diritto, legge e giustizia. Il cristianesimo pertanto distingue una ragione umana da una ragione divina, un diritto umano da un diritto divino, una legge umana da una legge divina e una giustizia umana da una divina.

È stato col razionalismo cartesiano che è sorta una teoria del diritto, della legge e della giustizia indipendente da Dio e pertanto, contrariamente agli intenti dichiarati, sorgente di violenza, tirannia ed ingiustizia. Questo razionalismo aveva inquinato la Corona francese così da ingenerare un regime tirannico, ma ancor più debitori a Cartesio, mediante la massoneria, furono i rivoluzionari che abbatterono la monarchia, così da dare sì alla Francia un regime repubblicano, ma viziato dal razionalismo massonico e liberale.

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L’anima dottrinale della Rivoluzione francese fu la famosa Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 26 agosto 1789. Essa era ispirata alla Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776 e avrà il suo sviluppo e coronamento – purificata dagli errori - nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo proclamata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Successivamente questa Dichiarazione fu oggetto di lode ed approvazione da parte della Chiesa.

I lati positivi e quelli negativi della Rivoluzione francese sono la conseguenza degli aspetti positivi e di quelli negativi della Dichiarazione del 1789. 

Uno dei punti cardine della Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1789 fu la proclamazione e la promozione dell’uguaglianza fra gli uomini: «Art. 1 – Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti»: gli uomini sono tutti uguali ed hanno gli stessi diritti.

L’uguaglianza della quale parla la Dichiarazione è evidentemente l’uguaglianza di natura: tutti hanno la medesima natura umana specifica con i suoi fondamentali bisogni, diritti e doveri. La legge morale è la stessa per tutti. È proibito pertanto fare accezione di persone. I privilegi devono essere giustificati da ragionevoli motivi e non effetto di discriminazioni, favoritismi o parzialità.


Ma la Dichiarazione ha prodotto anche danni ed ingiustizie gravissime per una malintesa concezione dell’uguaglianza umana. Ha voluto vedere nella Chiesa cattolica il sostegno di un regime tirannico basato sul fanatismo e l’irrazionalità, confondendo l’ossequio che il cristiano presta a Dio con una servile soggezione a chi sta al potere.

Nella Dichiarazione dei diritti del 1789 non si fa parola della fratellanza. Essa appare nella Dichiarazione dei diritti e doveri del cittadino, della Costituzione del 1795, come terzo elemento del motto repubblicano, e definita così: "Non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi" (cosiddetta etica della reciprocità). Si tratta di un termine di evidente risonanza evangelica, anche se è chiaro che l’ideale dell’uguaglianza e della libertà di trova già nel Nuovo Testamento. Si pensi per esempio alla dottrina di San Paolo sulla libertà.

 

Immagini da Internet:
- Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America, 1776
- Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, 1789

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