21 settembre, 2022

La vera essenza della filosofia moderna - Terza Parte (3/4)

  La vera essenza della filosofia moderna

Terza Parte (3/4) 

La rifondazione kantiana della metafisica

Era un detto corrente presso gli scolastici del preconcilio che Kant sarebbe l’affossatore della metafisica per la sua proibizione all’intelletto di travalicare con puri concetti l’ambito dello sperimentabile. Ora l’oggetto della metafisica va ben oltre il semplice sperimentabile. Dunque Kant distrugge la metafisica. Ma se leggiamo Kant con attenzione, noteremo che egli ci dice che il suo intento, ben lungi dal negare il valore della metafisica come farebbe un volgare empirista sul tipo di Hume o di Comte, è quello di darle una base sicura.

Ora è vero che Kant è l’affossatore della metafisica realista, che è quella vera. Tuttavia egli è convinto di aver fondato la vera metafisica. Per questo nel criticare Kant non basta fermarsi a dire che egli distrugge la metafisica, ma bisogna dimostrare che la sua metafisica è falsa, ossia idealista. Bisogna dimostrare che non può esistere altra metafisica che quella realista.

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Kant confonde la materia cosmologica con la materia logica, l’oggetto cosmologico – il sinolo – con l’oggetto logico (ob-jectum). La materia del conoscere, ossia la materia in senso logico non è come la materia cosmologica, che è informata dalla forma, così come lo scultore dà forma al marmo. La materia in senso logico non è altro che l’oggetto del conoscere, così come diciamo che la data cosa è materia di studio.

Per questo la materia del conoscere non viene solo dai sensi, ma è anche l’essenza o forma intellegibile della cosa, che può essere anche spirituale, anche Dio e non solo la cosa sensibile o il fenomeno. La materia sensibile è oggetto della conoscenza sensibile, che abbiamo in comune con gli animali. Non esiste una forma del conoscere così come la forma del formaggio dà forma al formaggio parmigiano.

Il conoscere non è una forma vuota da riempire con un contenuto che viene dal di fuori. L’intelletto non è una specie di bicchiere che dev’essere riempito di vino, ma è una potenza dell’anima mediante la quale l’anima acquista intenzionalmente la forma del bicchiere e del vino. «L’anima, come dice Aristotele, è in qualche modo tutte le cose» mediante la conoscenza. Non dà forma alle cose, ma è intenzionalmente la forma delle cose.

Quindi non solo il contenuto della cosa, ma anche la sua forma vengono dal di fuori, ossia dalla cosa e insieme compongono l’essenza della cosa, che è l’oggetto del conoscere, si tratti di una cosa materiale (materia e forma) o di una cosa spirituale (pura forma).

Immagini da Internet:
- Copia, Michelangelo fanciullo scolpisce la testa del Fauno
- Diego Velàzquez, Il pranzo degli agricoltori


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