10 aprile, 2020

Cosentino colpisce ancora

Cosentino colpisce ancora
 
Non restare in silenzio, Dio mio
Sal 28,1
 
Il miracolo di un Dio impotente
 
Sebbene di recente su questo blog io abbia dimostrato l’assurdità della tesi di Francesco Cosentino di un Dio debole e sofferente, sventurato come noi, che non fa miracoli e non risponde alle nostre domande, ma si limita a stare a fianco di un’umanità prostrata da una sorte avversa, eccolo adesso commentare commosso nel blog Settimana News del 4 aprile scorso «“La barca in tempesta”, tra Ratzinger e Bergoglio» la preghiera del Papa fatta in piazza San Pietro davanti al Crocifisso miracoloso della chiesa romana di San Marcello al Corso, nell’ambito della quale preghiera il Papa ha commentato l’episodio evangelico della tempesta sedata (Mt 5,23-27), che viene sedata appunto da un evidente miracolo. 
 
Quale sia la coerenza logica di questo discorso di Cosentino è impossibile dirlo, perché essa manca totalmente, giacché, come è noto e come ho mostrato nel mio precedente articolo, i miracoli si spiegano con l’onnipotenza divina, per cui è assurdo, oltre che empio, credere che un Dio privo di onnipotenza possa far miracoli. 
 
Da una parte, infatti, Cosentino presenta un «Dio debole e sconfitto, che non interviene dall’alto e dall’esterno, ma ci salva inabissandosi nel nostro dolore e condividendolo con noi», ma dall’altra riferisce con esattezza il miracolo compiuto da Gesù. Ci chiediamo: come fa un Dio debole e sconfitto, che «non interviene dall’alto», a salvarci «inabissandosi nel nostro dolore e condividendolo con noi». Che fa? Interviene dal basso?
 
 
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Immagine da internet

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