Dialettica e diabolica
Il progetto di Hegel
Come funziona la dialettica hegeliana
Per Hegel la dialettica è un affermare-negare costruttivo spirituale come «metodo assoluto del conoscere ed insieme l’anima immanente del contenuto stesso». Essa è opera della ragione:
«La ragione è negativa e dialettica perché dissolve nel nulla le determinazioni dell’intelletto. Essa è positiva perchè genera l’universale e in esso comprende il particolare». «Lo spirito nega il semplice e così pone la determinata differenza dell’intelletto. Ma insieme la dissolve e così è dialettico. Senonchè esso non si ferma al nulla di questo risultato, ma in questo risultato stesso è parimenti positivo ed ha così restaurato quel primo semplice, ma come universale che in sé è concreto».
Notiamo un’esasperazione estremistica dell’antitetica dialettica fino al punto di annientare le determinazioni dell’intelletto, salvo poi a risorgere - difficile sapere come - grazie all’«immane» e «magico potere del negativo». Non è chiaro che cosa sia in Hegel questo negativo che egli attribuisce allo spirito e che pare avere più influsso sul reale che non lo stesso positivo.
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Da notare che l’opposizione tesi-antitesi rimane. Qual è allora il risultato? C’è una vittoria certa, definitiva e stabile del bene sul male? C’è una vittoria della giustizia sul peccato? C’è una vita eterna libera dalla morte? C’è una verità definitiva che non possa più essere rimessa in discussione? C’è un bene assoluto, saldo, immutabile, incorruttibile, che non possa mai essere perduto? C’è una cessazione della sofferenza?
La risposta di Hegel è molto deludente: nessuna soluzione a questi problemi, perché Dio stesso è impigliato in essi e non sa venirne fuori. È meglio dunque accettare il nostro destino così com’è. Nietzsche non era lontano da Hegel quando parlava di amor Fati.
Come Cartesio si vantava di aver insegnato all’umanità a pensare, così Hegel si vantava di aver scoperto la logica, mentre ben altra è la verità. In realtà né Cartesio è lo scopritore del pensiero, né Hegel è lo scopritore della logica, ma semplicemente entrambi non fanno che ritornare ai primi passi della filosofia e all’antica sofistica di Protagora confutata da Aristotele. Così si deve dire che è Aristotele perfezionato da San Tommaso d’Aquino a costituire l’età adulta della filosofia a tutt’oggi raccomandata dalla Chiesa.
Immagine da Internet: Protagora
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