Risposta all'intervento di Don Alfredo Morselli:
https://cooperatores-veritatis.org/2019/04/07/la-voluntas-permissiva-di-dio-e-il-documento-di-abu-dhabi-quando-la-toppa-e-peggio-del-buco/
Carissimo Don Alfredo,
https://cooperatores-veritatis.org/2019/04/07/la-voluntas-permissiva-di-dio-e-il-documento-di-abu-dhabi-quando-la-toppa-e-peggio-del-buco/
Carissimo Don Alfredo,
quano Tu dici che Dio non può permettere il male a fin di bene, io
farei una distinzione: se intendi dire che Dio non può considerare il
male come mezzo per raggiungere il bene, sono d'accordo. Il male non può assolutamente essere una via per arrivare al bene o per ottenere il bene.
Il male produce solo il male. La cattiva volontà produce il peccato. Il
veleno produce la morte. Credere che Dio possa o voglia fare o
permettere una cosa del genere sarebbe blasfemo.
Se invece intendi dire che Dio, nel permettere il male, non si propone
uno scopo buono e nuovo, che non apparirebbe se impedisse il male,
allora non concordo con te.
Se infatti Dio permette il male, dobbiamo pensare che abbia un motivo, dobbiamo credere che sia cosa buona; altrimenti Egli non lo farebbe.
Dio ha permesso il peccato di Adamo perchè voleva donarci Cristo e glorificare suo Figlio, ossia mostrare un nuovo aspetto della sua gloria,
che non sarebbe apparso, se il Verbo non si fosse incarnato per
sconfiggere il male e "porre i suoi nemici sotto i suoi piedi" (Eb
10,13).
Se non ci fosse il male, non ci sarebbe la vittoria sul male,
che è evidentemente un bene. L'esistenza dell'inferno, ossia dei nemici
di Cristo a Lui sottomessi, dimostra un nuovo aspetto della bontà e
della giustizia divne, che non sarebbero apparsi, se Dio avesse impedito
il peccato di Adamo.
Quando ci chiediamo quindi perchè Dio permette il male, è come se ci chiedessimo: a qual fine o a che scopo, o a che pro Dio permette il male?
Tale domanda, se intesa non nel primo ma nel secondo senso che ho detto,
è del tutto legittima ed innocente e non suppone in Dio alcun
machiavellismo, ma al contrario suppone, almeno come fa Giobbe, che Dio
abbia avuto un motivo superiore, forse a noi sconosciuto, per far
questo. Ma il motivo ce lo ha detto Cristo stesso: "sono venuto a dare
la mia vita in riscatto per molti" (Mt 20,28).
Quanto alla diversità delle religioni, essa, rettamente intesa, non è un male, ma un bene. E qui il Papa ha ragione.
Infatti, la diversità o varietà, conseguenza necessaria della molteplicità, è una ricchezza che mostra quante cose diverse Dio può fare.
Così esistono tra le religioni diversità del tutto legittime, che sono effetto della volontà positiva
di Dio: un conto è il tempio cattolico, un conto quello protestante, un
conto quello ortodosso, un conto la sinagoga, un conto la moschea, un
conto la pagoda.
Ciò che invece nelle religioni diverse dal cristianesimo è oggetto di sola volontà permissiva, è la mescolanza di verità con errori. E questo è certamente un male, al quale il cristianesimo, che è la sola religione che possiede la pienezza della verità,
ha il compito di rimediare confermando il vero e togliendo il falso. E
qui il Papa è stato poco chiaro. Ma ho chiarito il suo pensiero nelle
mie ultime pubblicazioni.
P.GiovanniFoto da internet |
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RispondiEliminacaro padre giovanni con il concilio la chiesa è cambiata ,prima per i santi come Sant Alfonso e San Giovanni Bosco le altre religioni erano false,oggi invece per lei e per il papa sono una ricchezza quindi che sia cristiano buddista musulmano non ha importanza ,relativismo puro,lo sa che cosi tradisce il vangelo che impone agli apostoli di andare per il mondo a convertire e credere a Gesù CRISTO,quindi dite eresie sono indignato altro che conferma nella fede ,quale fede può esistere,qua la si distrugge cè poco da fare
RispondiEliminatommaso