28 ottobre, 2019

La falsa mistica di Karl Rahner

La falsa mistica di Karl Rahner
      Nessuno vi inganni con argomenti seducenti 
                           Col 2,4
E’ possibile e doveroso formare un concetto di Dio
         Il Cardinale Gaetano fa presente la necessità di distinguere la conoscenza della quiddità o essenza di una cosa (cognoscere quidditatem), dalla conoscenza per modo di quiddità o di essenza (cognoscere quidditative). Così ci sono due modi di definire l’essenza di una cosa, o di dire che cosa una data cosa è, o di stabilirne gli attributi essenziali: o quello della semplice attribuzione o quello di stabilire come un dato attributo si addice a quella data cosa.
Nel primo senso possiamo conoscere l’essenza di ogni cosa, anche di Dio. Invece nel secondo senso non possiamo conoscere razionalmente l’essenza di Dio; ma essa ci è rivelata nel suo proprio modo di essere, nella sua propria intimità e unicità soltanto da Gesù Cristo, che ci promette di vedere dopo la morte “faccia a faccia”, senza mediazione concettuale, il “volto” ovvero l’essenza del Dio trinitario.
Ogni cosa infatti è conoscibile, e quindi concettualizzabile, anche Dio, perché l’ente è l’oggetto dell’intelletto, qualsiasi ente, compreso Dio. E ogni ente è rappresentabile in quella immagine mentale che è il concetto. In questo senso Hegel ha ragione, quando dice che il reale è razionale.
Ogni ente creato realizza ed esprime un pensiero. Esprime sempre un pensiero divino, e a volte anche il nostro. E’ così che l’intelletto umano, angelico o divino, è costituito in funzione dell’ente. Non esiste pensiero se non dell’ente. Non c’è ente che non sia pensato o pensabile.
Mentre Dio creatore degli enti li ha tutti presenti alla sua mente, per noi esistono effettivamente cose alle quali non pensiamo, ma non per questo non sono pensabili. Un essere impensabile o inconoscibile non esiste. E per noi la conoscenza avviene per mezzo del concetto, che è la rappresentazione spirituale della cosa.
Il concetto è il mezzo mentale col quale ci rappresentiamo l’essenza delle cose, quindi anche Dio, però solo nel primo modo, almeno con la semplice ragione. Invece con la fede possiamo concepire Dio anche nel secondo modo e quindi conoscerlo come Lui stesso si conosce, benchè in un modo infinitamente meno perfetto.
Nella fede non possiamo certamente eguagliare la scienza che Dio ha di Sé, perché è infinita, mentre la nostra è finita; tuttavia possiamo almeno partecipare di questa scienza. Possiamo, come dice S.Paolo, “possedere il pensiero di Cristo” (I Cor 2,16).
 
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Karl Rahner
(immagine da internet)

1 commento:

  1. Complimenti per la chiarezza espositiva e la profondità delle riflessioni.
    Il Signore la benedica sempre.

    Paolo

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