02 marzo, 2020

I danni del misericordismo

I danni del misericordismo

Non ci si può prender gioco di Dio
Gal 6,7                 
Chi risparmia il bastone odia suo figlio
Pr 13,24

Educatori frustrati

Da alcuni anni si sta diffondendo nella Chiesa una concezione della misericordia divina considerata come l’unica espressione dell’amore di Dio per gli uomini e della divina provvidenza, misericordia per la quale tutti tendono a Dio, tutti sono in grazia di Dio, tutti sono scusabili, tutti sono perdonati senza meriti, indipendentemente dalle loro opere, e tutti sono salvi.

Solo qui si troverebbe il «Dio di Gesù Cristo», pieno di amore, di comprensione e di tenerezza per tutti, un Dio che non condanna, non castiga, ma salva tutti. Non esiste una giustizia divina punitrice e compensatrice distinta ed opposta alla misericordia, ma l’unica giustizia divina è la misericordia. Si pensa di trovarsi davanti ad un aut-aut: un Dio misericordioso non può essere un Dio punitore, perché castigo e misericordia si escludono a vicenda. Non si riflette a un fatto molto semplice e cioè che la contraddizione si scioglie considerando che Dio alterna nel tempo la severità alla misericordia, così come si alternano le stagioni. Nessuno ha mai pensato che l’inverno non esiste perché si oppone alla primavera.

Viene così escluso l’attributo divino della severità, evidente soprattutto nell’Antico Testamento. Per spiegare allora questo fatto ci si pone su di un terreno scivoloso, che al limite porta all’eresia di Marcione: il Dio dell’Antico Testamento non è il Dio del Nuovo, ma è un dio pagano superato dal Nuovo.

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Raffaello Sanzio.
Cacciata di Adamo ed Eva
dal paradiso terrestre.
(immagine da internet)

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