29 giugno, 2022

Il ripudio del sacrificio di Cristo in Padre Felice Scalia

  Il ripudio del sacrificio di Cristo in Padre Felice Scalia

Crucifixus etiam pro nobis

Il Lettore che mi ha di recente inviato le tesi di Alberto Maggi, Carlo Molari e Joseph Ratzinger circa il sacrificio di Cristo per avere un mio parere, mi ha inviato allo stesso scopo anche alcuni pensieri del Padre gesuita Felice Scalia, che riporto qui con relativa mia risposta. 

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/il-ripudio-del-sacrificio-di-cristo-in.html

Santo Pietro e Paolo

Scalia distorce il pensiero di San Paolo. Quanto a Pietro, è chiaro che non aveva afferrato come Cristo doveva raggiungere la sua gloria attraverso la croce.

San Paolo e la Lettera agli Ebrei riprendono l’insegnamento di Is 53: Il Servo di Dio «si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui. Per le sue piaghe siamo stati guariti».

Chi si unisce alla croce di Cristo è liberato dalla colpa e dalla pena. Soffrendo con Cristo si vince la sofferenza. Questo atto di ricavare la gioia dalla sofferenza senza che essa perda il suo essere sofferenza, è evidentemente un atto che solo Dio può fare nella sua bontà creatrice, un atto a cui rende partecipi i credenti in Cristo, atto che solo Lui può compere, perché comporta il ricavare l’essere dal non-essere, anzi dalla privazione o la mancanza di essere, qual è appunto il dolore e la sofferenza.

Dottor Faust

Un Dio che non chiede sacrifici e promette solo felicità e benessere non è il vero Dio. È quel dio che secondo l’opera di Goethe, si presenta al Dottor Faust proponendogli un patto: io in questa vita ti assicuro piaceri, benessere, fortuna ed onori. Ma tu, quando morirai, verrai con me.  Questo dio dolce, tenero, buono e benevolo è però quel dio crudele che nell’al di là bastonerà a sangue i suoi fedeli per l’eternità. È il demonio.

 

Immagini da Internet

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