Il Papa può sbagliare sul piano della dottrina?
Osservazioni su di un libro del Padre
Lanzetta
Un teologo pio e dotto, ma bloccato nel passato
Ho un carissimo ricordo del Padre Giuseppe Lanzetta. Lo conobbi quando faceva parte dei Francescani dell’Immacolata. Lo ricordo come organizzatore di tre importanti convegni teologici internazionali negli anni 2007-2009, ai quali egli ebbe la bontà di invitarmi e nei quali vennero formulate ottime critiche alla teologia di Rahner.
Frequentando in quegli anni i Francescani dell’Immacolata, ebbi modo di fare amicizie con teologi di quell’Istituto, come il Padre Siano e il Padre Apollonio e conobbi lo stesso Fondatore, il Padre Manelli, figlio spirituale di San Pio da Pietrelcina, Religioso che mi fece un’ottima impressione. Le cattive notizie diffuse successivamente sul suo conto mi hanno lasciato incredulo e le ho considerate calunnie di modernisti. Notai che tuttavia l’Istituto era troppo legato alla Messa vetus ordo e forse troppo austero.
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Il Papa ha il compito di custodire, interpretare, spiegare, trasmettere e difendere i contenuti della Tradizione a tutti gli uomini, in ciò infallibilmente assistito dallo Spirito Santo, affinchè credano in Cristo salvatore. I fedeli imparano dal Papa i contenuti della Tradizione, ma essi a loro volta li conoscono già dal Papa precedente. Succede così che fra Papa e fedeli esiste un duplice rapporto relativamente alla funzione della Tradizione. I suoi contenuti sono ad un tempo oggetto della fede del Papa e della Chiesa.
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