14 maggio, 2025

Della stessa sostanza del Padre - Riflessioni sul dogma cristologico di Nicea per una nuova evangelizzazione - Quarta Parte (4/4)

 

Della stessa sostanza del Padre

Riflessioni sul dogma cristologico di Nicea

per una nuova evangelizzazione

 Quarta Parte (4/4)

Verso l’evangelizzazione

Secondo la fede cristiana Gesù di Nazaret è un uomo del tutto straordinario che possiede la stessa natura di Dio o è della stessa sostanza o natura di Dio. È questo il nucleo del messaggio cristiano al mondo. Occorre poi subito spiegare che Gesù è Dio non in quanto uomo, il che sarebbe empietà, ma in quanto Figlio di Dio.

Da qui deriva tutto il resto: Gesù è il Messia, il Figlio del Dio vivente, il Salvatore del mondo, il Signore dell’universo. Questa è la prima verità di fede cristiana che la Chiesa ha sentito il bisogno di capire, chiarire, esprimere e proclamare, per poterla annunciare al mondo. Tutte le altre partono da questa e sono uno sviluppo di questa. Chi non capisce questa, non capisce nulla di tutte le altre. 

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Il dogma niceno che Gesù Figlio di Dio è della stessa sostanza del Padre non è altro che la chiarificazione, l’esplicitazione e la spiegazione, con l’uso della nozione metafisica di sostanza – parola che non è si trova mai sulla bocca di Gesù, ma non importa – di ciò che Egli intende dire quando ci parla della sua identità, della sua missione e del suo rapporto con Dio. La Chiesa a Nicea ci assicura che la nozione metafisica di sostanza è necessaria per capire in che senso Gesù è Figlio del Padre.

Così la filosofia si sposa col Vangelo. Ed è questo il motivo per il quale la Chiesa prescrive che nella formazione sacerdotale il seminarista affronti la teologia e la Parola di Dio sulla base di una preparazione filosofica, non necessaria a tutti coloro che evangelizzerà, ma necessaria per lui, che dev’essere maestro e sostegno nella fede e difensore e propagatore della fede.

 Occorre allora, offrendosi l’occasione adatta e facendo in modo che si realizzi, recuperare la parresia e il coraggio dell’annuncio esplicito del Vangelo, utilizzando una buona inculturazione, sulla base e sulle premesse assicurate dall’evangelizzazione postconciliare, così che il dialogo non diventi un girare a vuoto e fine a sé stesso, col rischio di cadere nel relativismo e nell’indifferentismo.  

I buoni rapporti che la Chiesa oggi ha conseguito, anche per l’indefessa opera di Papa Francesco, col mondo islamico e l’ebraismo, sono una meta che finora non era mai stata raggiunta, ma che invita a guardare oltre, a quella pacificazione e riconciliazione universale promessa dal Signore, per la quale, vinte definitivamente le forze avverse, come ci fa sperare l’Apocalisse, si farà un solo gregge e un solo pastore.

Immagini da Internet: Volto di Cristo, Marcello Provenzale

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