24 gennaio, 2020

Note per la Settimana dell’unità dei cristiani

Note per la Settimana dell’unità dei cristiani
1.Stando a quanto insegna il decreto Unitatis redintegratio del Concilio Vaticano II, la prima cosa da fare nell’ecumenismo è il confrontarsi lealmente e francamente su cosa ha veramente detto e voluto Cristo, in un clima di dialogo, di mutuo rispetto, di mutuo perdono e di testimonianza di solidarietà umana. 
 
2. Le altre confessioni o comunità cristiane non-cattoliche, dopo la separazione dalla Chiesa cattolica, hanno mantenuto certamente dei valori fondamentali, come la fede nella SS.Trinità e in Cristo Redentore, il Battesimo, il desiderio della salvezza, l’idea della comunità cristiana, il rispetto per la Bibbia e per i divini comandamenti. Ma, come avverte il Concilio, hanno mantenuto «lacune» ed «ostacoli», che impediscono ad esse di abbracciare in pienezza la verità cattolica. 
 
3. Non c’è dubbio che siamo già tutti uniti nella comune fede in Cristo, sennò non ci dichiareremmo tutti cristiani. Tuttavia la questione ecumenica sta nel fatto che non tutti accolgono in pienezza la verità del Vangelo insegnata, in questa pienezza, solo dalla Chiesa cattolica. Quindi, come avverte il Concilio, perché le comunità separate possano dirsi pienamente cristiane, occorre che abbandonino i loro errori ed  entrino in piena comunione con la Chiesa cattolica.
 
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 Immagine da internet

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