26 giugno, 2023

La presenza dello Spirito Santo - Stiamo vivendo l’età dello Spirito Santo inaugurata a Pentecoste - Quarta Parte (4/5)

 La presenza dello Spirito Santo

Stiamo vivendo l’età dello Spirito Santo inaugurata a Pentecoste

 Quarta Parte (4/5)

Sant’Agostino infatti nel De civitate Dei, libro XX, cc. VII-X, vede l’inizio dell’era dello Spirito, che è l’era della Chiesa terrena, nella «prima risurrezione spirituale, ossia nel Battesimo e nella Pentecoste, resurrezioni delle quali delle quali parla il c.20 dell’Apocalisse appunto sotto l’immagine di una «prima risurrezione». La seconda risurrezione è invece quella effettiva, corporea, finale alla Venuta di Cristo.

Agostino vede tra la prima e la seconda risurrezione, tempo che rappresenta la durata della Chiesa terrena, una lotta o  conflitto fra la città di Dio, la Chiesa, e la città di Satana, il mondo dei malvagi, conflitto adombrato nel c.12 dell’Apocalisse sotto l’immagine della Donna che ha partorito il «Figlio maschio, destinato a governare tutte le genti con scettro di ferro» (v.5), Donna che viene attaccata da un drago, immagine delle potenze sataniche (v.13), voglioso di divorare il Figlio della Donna (v.3). Famosi sono i due princìpi sui quali, secondo Agostino, si basano le due città: la prima, l’amor Dei usque ad contemptum sui; la seconda, l’amor sui usque ad contemptum Dei.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/la-presenza-dello-spirito-santo-stiamo_62.html

 

Nel XII sec. Gioachino da Fiore annunciò l’era dello Spirito Santo che egli intese come presenza dello Spirito Santo non come rivelatore del Vangelo annunciato da Cristo e destinato a durare fino alla fune del mondo, ma come una venuta dello Spirito che avrebbe dovuto verificarsi al suo tempo con l’annuncio di quel «Vangelo eterno» (Ap 14,6), del quale parla l’Apocalisse.

Gioachino non capì che l’era dello Spirito era già iniziata a Pentecoste con la fondazione della Chiesa, per cui non c’era più da attendersi un Vangelo eterno che superasse quello temporale in vigore fino ad allora, giacchè il vangelo eterno del quale parla l’Apocalisse non è altro che il Vangelo di Gesù Cristo che la Chiesa stava diffondendo nel mondo per mezzo degli apostoli e che diffonderà immutato fino alla fune del mondo. Gioacchino, per la verità, accettava l’autorità del Papa nella diffusione del Vangelo, temporale o eterno che fosse e per questo sottopose umilmente al giudizio del Papa le sue profezie.

È vero che la funzione delle singole Persone verso di noi è diversa, ma occorre tener presente che tale diversità non qualifica le Persone come tali, ma si tratta semplicemente di appropriazioni o accentuazioni di attributi e poteri divini, che sono propri della divinità come tale comune alle tre Persone[1]. Ciò che le distingue essenzialmente e sufficientemente come Persone è la generazione (Padre), l’esser generato (Figlio) e il procedere ab Utroque (Spirito)



Immagine da Internet: da liber figurarum, Gioacchino da Fiore

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