13 febbraio, 2020

Che cosa è il soggettivismo

Che cosa è il soggettivismo

Le sue radici storiche e l’intento di fondo

È possibile notare nel magistero pontificio, nei teologi, nei filosofi, nei moralisti, nei pubblicisti e giornalisti cattolici del postconcilio una polemica contro il cosiddetto «soggettivismo», considerato come un errore tipico della modernità. Esso viene descritto come individualismo, egoismo, autoreferenzialità, ideologia, interesse privato, tracotanza, chiusura all’altro, e gli si contrappone come medicina un personalismo relazionale, l’apertura alla verità, il senso del bene comune, il dialogo, l’accoglienza, la reciprocità, la fratellanza universale, la fede, la carità, la misericordia, la concezione cristiana dell’uomo, la comunione ecclesiale, la sinodalità. 

Tutti rimedi certamente buoni, ma che, a mio giudizio, non sono sufficienti a risolvere il problema alla radice, perché non partono da una definizione del fenomeno che lo colga nella sua radice. Così si strappano i rami ma non distrugge la pianta, per cui i rami ricrescono. Non si va abbastanza a fondo. Ci si limita infatti alla denuncia del soggettivismo come comportamento sociale, politico o ecclesiale, come modo di pensare o fenomeno del linguaggio, come esaltazione del proprio io o come criterio di giudizio morale o sociale e non ci si accorge o non si tiene conto del fatto che il soggettivismo come fenomeno comportamentale o di relazione umana o con se stessi, sociale o politico, ha la sua base e la sua origine nella storia del pensiero in una data concezione della conoscenza, della verità, del rapporto pensiero-realtà, della ragione, del linguaggio, del soggetto umano, della conoscenza, dell’io. 

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San Tommaso d'Aquino -Immagine da internet

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