01 luglio, 2019

Il moto del libero arbitrio nella giustificazione Un testo di Tomas Tyn Mia introduzione: la liberazione della libertà.

Il moto del libero arbitrio nella giustificazione
Un testo di Tomas Tyn
Mia introduzione: la liberazione della libertà
Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato
Gv 3,34
Libero arbitrio e libertà
Nella secolare discussione con i luterani non sempre si è messa in luce una distinzione fondamentale fra il libero arbitrio, come proprietà della volontà e la libertà dal male, che viene donata alla stessa volontà da Cristo nello Spirito Santo, e che ci costituisce figli di Dio.
Certamente Lutero non si è espresso bene nel proclamare inesistente il libero arbitrio, tanto da meritare la condanna del Concilio di Trento. Tuttavia, quello che a lui stava a cuore non era tanto affermare o negare l’esistenza del libero arbitrio come facoltà del volere, quanto piuttosto ricordare come nello stato di natura decaduta l’uomo è schiavo della concupiscenza e del peccato, per cui, se non agisce mosso dalla grazia, tutto il suo libero arbitrio non gli serve a nulla.
Non è quindi che Lutero volesse sostenere che l’uomo peccatore è privo del libero arbitrio come le bestie. Bisognerà attendere la dottrina di Freud per sentire una bestialità del genere. A Lutero preme asserire che l’uomo schiavo del peccato avrà pure il libero arbitrio, ma non possiede quella somma e divina libertà, che invece ci è assicurata dalla grazia di Cristo. L’arbitrio umano è libero psicologicamente, perché così è creato da Dio, ma è servo moralmente, in quanto si trova nel peccato, privo della grazia.
Tuttavia, Lutero nel De servo arbitrio è troppo rigido nell’affermare lo stato di schiavitù del libero arbitrio,  come se esso non potesse volgersi al bene per tutta la vita presente. Per converso, esagera la libertà del cristiano nel suo libro che porta questo titolo, come se fin da adesso il cristiano potesse godere in pienezza di quella libertà dal male, che Cristo ci dona col suo sacrificio. Invece, in realtà, di questa libertà dal peccato, dalla legge, dall’ascetica, dalla penitenza e dalla disciplina della Chiesa potremo fruire solo nella vita futura. 
 
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(immagine da internet)

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