19 dicembre, 2019

Sacerdozio e mascolinità

Sacerdozio e mascolinità

Si rifanno vivi i sostenitori del sacerdozio della donna

Nonostante il magistero pontificio nei decenni passati, specie con S.Paolo VI e S.Giovanni Paolo II, abbia ribadito autorevolmente e più volte la tradizionale dottrina di fede che la donna non può essere sacerdote, oggi è possibile constatare il risorgere di una annosa tendenza teologica, influenzata dal luteranesimo, la quale, errando sull’essenza del sacerdozio, nega questo carattere dogmatico e rivelato della dottrina della Chiesa, per cui si fa promotrice e sostenitrice del sacerdozio femminile, asserendo che l’esclusione della donna non sarebbe affatto essenzialmente legata al sacerdozio e quindi non sarebbe un dato rivelato, non sarebbe volontà immutabile di Cristo, non sarebbe un dato di fede, ma sarebbe solo un dato di fatto, una semplice prassi pastorale della Chiesa, che è ormai giunto il tempo di abbandonare, per consentire alla donna di esprimere e far fruttare in pienezza nella Chiesa quei doni peculiari che Dio le ha dato.

 Secondo i sostenitori di questa tesi, non si potrebbe parlare di una perfetta parità ed uguaglianza fra uomo e donna nella Chiesa, ma si lascerebbe la donna in un’ingiusta condizione d’inferiorità e di asservimento al maschio, resterebbe oggetto di dominio e di sfruttamento, finché non le sia concessa la possibilità di accedere al sacerdozio a tutti suoi gradi e di assumere le più alte cariche direttive nella Chiesa, così come avviene ormai da tempo nelle società moderne. 

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Natività (Parmigianino  - Roma)
Pietà (Michelangelo - Roma)
Immagini da internet


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