06 maggio, 2020

Luigino vuol convertire Dio

Luigino vuol convertire Dio
 
Convertitevi a me ed io mi convertirò a voi
Zc 1,3

Luigino Bruni su Avvenire del 3 maggio scorso è tornato sul tema del come affrontare cristianamente l’attuale pandemia ed ha trattato in particolare di come bisogna pregare soprattutto in riferimento all’esempio di preghiera che ci danno i Salmi. Ottima idea, se non fosse che Luigino fraintende completamente il senso di questa preghiera, che egli intende non come basata sul riconoscimento e pentimento del proprio peccato - «contro te solo ho peccato» (Sal 51,3) – e per conseguenza del giusto giudizio divino (v.6), ma richiesta pressante e quasi comando fatto a Dio, di «cambiare direzione, di tornare, di convertirsi» nel senso evidente di smetterla di affliggerlo e di fare il buono. 

Luigino non si sogna nemmeno di implorare da Dio con animo pentito e disposto alla conversione, la sua misericordia e il suo perdono per i suoi peccati, dei quali sta sperimentando le conseguenze. È invece stufo di sentirsi maltrattato da un «Dio nella gabbia, nella quale lo rinchiudono la teologia e le religioni» e vuole «liberarlo». Quale sarebbe questa gabbia? Lo spiega nel corso del suo articolo.

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Immagine da internet

6 commenti:

  1. Carissimo Padre Cavalcoli lei sta dicendo che “Dio manda i dolori per castigare l'uomo” ma credo che sia un'idea non corretta dell'amore di Dio. Dio è amore sempre! Anche negli eventi della vita che portano l’uomo a sperimentare il dolore. E’ pensiero comune, come evidenzia Luigino Bruni, che nel dolore è presente il castigo di Dio, ma lo evidenzia come una idea che deve essere corretta. Mi permetta Padre Cavalcoli di confutare questa sua asserzione Dio non Manda i dolori!!! Non processiamo Dio ma la nostra umanità. Saluti Liborio Rabita

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    1. Caro Liborio, quando la Bibbia dice che Dio manda la sofferenza, non intende con ciò negare che Dio sia amore, perchè l'amore in certi casi fa soffrire, per il bene di chi soffre, per esempio il medico che prescrive una cura dolorosa oppure un educatore che castiga, perchè l'educando si corregga. Inoltre possiamo dire che Dio manda la sofferenza, che è originata dal peccato, affinchè noi, unendoci alle sofferenze di Cristo, possiamo ottenere il perdono di Dio e, nella vita futura, la liberazione dalla stessa sofferenza.

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  3. "Dio manda la sofferenza..." mi sembra una affermazione molto difficile da sostenere. Come d'altronde anche per la preghierà del Padre Nostro è stata corretta la traduzione... Chiediamo a Dio di "non abbandonarci alla tentazione" e non più di "non indurci". Buonasera

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    1. Caro Marco, dire che Dio manda la sofferenza, vuol dire che Dio è la causa di quella situazione della creatura umana, che ha commesso un peccato. Infatti, il peccato è causa di sofferenza e d'altra parte Dio agisce con giustizia facendo in modo che il peccato sia punito. Certamente la causa prima della sofferenza è l'uomo stesso, col suo peccato, però siccome Dio è giusto, ed è giusto che il peccato sia punito, allora in questo senso si può dire che Dio sia causa della sofferenza. Dio non vuole il peccato, ma la sofferenza sì, perchè il suo realizzarsi è richiesto dalla giustizia divina.

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    2. Caro Marco, le parole "non indurci in tentazione" non vogliono dire "non farci soffrire", ma sono una richiesta a Dio di sostenerci contro le tentazioni, come appare più chiaramente dalla nuova traduzione.
      Dio non ci fa soffrire per il gusto di farci soffrire, ma solo per farci capire che abbiamo peccato o per darci l'occasione di unirci alla sofferenza di Cristo e così liberarci dal peccato e dalla sofferenza.

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