09 settembre, 2019

Kant e S.Tommaso. Un confronto

Kant e S.Tommaso. Un confronto 


Prima parte – il tomismo trascendentale

L’affinità di S.Tommaso con Kant secondo Maréchal

La questione della conoscenza metafisica di Dio e del rapporto dell’uomo con Dio anche oggi è sempre viva. Nell’ambito di questa importante tematica appaiono sempre interessanti i tentativi, compiuti soprattutto nel secolo scorso, ma ancor oggi di attualità, nel clima di dialogo interculturale avviato dal Concilio Vaticano II, di accostare la gnoseologia tomista a quella kantiana, dopo la severa condanna del kantismo fatta dalla Pascendi di S.Pio X, quasi a voler verificare se, nonostante tutto, e riconoscendo gli errori di Kant, non sia possibile un confronto col kantismo.
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Seconda parte – Il confronto fra S.Tommaso e Kant

Le forme a priori

Prendo come avvio a questa mia trattazione la dottrina kantiana dell’a priori, che è il cardine gnoseologico del suo sistema. L’apriori, infatti, per Kant è, nella autocoscienza o «Io penso», la forma razionale intellegibile originaria, fondante, ineludibile, punto di partenza dell’essere e del sapere. È funzione strutturale dell’intelletto, grazie alla quale esso ordina ed organizza il materiale fornito dai sensi. È il certo, l’evidente, l’oggettivo, l’universale e il necessario. 
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La vera filosofia moderna, con la quale il Concilio Vaticano II ci ordina di entrare in dialogo, non si esaurisce affatto con l’eredità cartesiano-kantiana. E se la modernità è un valore, allora bisogna dire che quella filosofia non è affatto moderna, ma è rimasta ferma ai grossolani antichi errori dei primi e maldestri conati della mente umana, ancora immersa nella nebbia visionaria e dell’immaginazione e della sensibilità.

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Immanuel Kant 

San Tommaso d'Aquino
(Immagini da internet)

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