26 gennaio, 2023

La logica della doppiezza - Prima Parte (1/3)

  La logica della doppiezza
 
Prima Parte (1/3)

Il confronto con i sofisti è ancora attuale

È diffuso oggi il pregiudizio che noi possiamo far uso della nostra ragione come ci pare e piace, senza essere legati a particolari obblighi o regole di logica o morale: l’importante è aver ragione noi e sconfiggere l’avversario, importante è che gli altri bevano quello che diamo loro da bere, non importa con quale mezzo.

È un continuo disprezzo del sano ragionare, un giocare sull’equivoco, navigare nell’ambiguità, uno spudorato contraddirsi, puntare sulle apparenze, sgusciare alle obiezioni, fuggire l’evidenza, dialogare a vuoto, tacere pur di non riconoscere d’aver sbagliato, far tacere le voci critiche, dar spazio ai ciarlatani, promuovere gli imbonitori. 

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Aristotele notò la possibilità razionale di formare ipotesi, le quali devono essere controllate, vagliate e verificate mediante un confronto dialogico, finché, auspicabilmente la verità non appare. A quel punto lì cessa il processo dialettico ed appare il sapere che può essere dimostrato con prove sicure riallacciandosi al principio di identità e non-contraddizione.

Aristotele, inoltre, si accorse che esiste una dialettica sana e produttiva, che fa avvicinare alla verità, ed esiste una dialettica sofistica e disonesta, che blocca l’apertura al vero e impiglia i dialoganti nelle apparenze soggettive scambiate per verità. È questa la logica hegeliana.

Invece, come dimostrò Aristotele, nella scienza, nel vero sapere, si parte da una verità oggettiva evidente ed indiscutibile, di senso o di ragione, comunemente accolta e, osservando le regole del ragionare, è possibile che a un certo punto entrambi i dialoganti giungano alla comune e certa conoscenza e dimostrazione della verità.

Nel campo del reale la ragione formula pertanto il principio di identità, che possiamo svolgere nelle seguenti osservazioni: è impossibile che un dato ente sia e non sia simultaneamente e sotto il medesimo aspetto. 

Ogni ente ha una sua identità ed è identificabile per questa identità. Ogni ente è un ente determinato e non altro. I contrari non possono realizzarsi assieme simultaneamente, ma solo successivamente. Inverno ed estate non possono verificarsi simultaneamente, ma solo successivamente. 

Ogni diveniente, in ogni momento del suo divenire, ha una sua identità, e non può non essere ciò che è, nel momento in cui è, mentre non è più ciò che è stato e non è ancora ciò che sarà. 

Immagini da Internet:
- Deposizione, di Daniele da Volterra (Pietro e Giovanni, particolare)
- Gruppo di matematici e astronomi, Scuola di Atene, di Raffaello
- le 4 stagioni

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