27 marzo, 2024

Dio non esiste ma insiste. La teologia di John Caputo - Prima Parte (1/2)

 

Dio non esiste ma insiste.

La teologia di John Caputo

Prima Parte (1/2)

 

Da sempre Tu sei

Sal 93,2

 

Se non credete che Io Sono,

morirete nei vostri peccati

Gv 8,24

 

La teologia a briglia sciolta

 La Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna nei giorni 12-13 marzo scorso ha tenuto a Bologna un convegno sul tema «La Bibbia per la riforma della Chiesa». Uno dei relatori, Massimo Nardello, nel tenere una conferenza dal titolo «La normatività delle Scritture rispetto alla cultura nella teologia contemporanea», ha svolto un breve esame critico del pensiero del teologo americano John Caputo[1].

Il pensiero di questo teologo è interessante perché rappresenta una teologia basata non sul dato biblico, né sulla metafisica, nè sul dogma cattolico, ma sulla creatività poetica e sulla narrativa estrosa, cambiando senso alle parole senza rispettare le regole della logica, anche della grammatica, senza temere di cadere in clamorose contraddizioni, che lo portano a confutare se stesso.

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https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/dio-non-esiste-ma-insiste-la-teologia.html


Se Dio non esiste, come può insistere? Insiste qualcuno che esiste, ma non insistere chi non esiste. Caputo dice che è impossibile formare un concetto di Dio. Allora come fa a parlare di Dio?

Il nome proprio di Dio, più adatto, quello di «essere», ce lo insegna Egli stesso. Comprendiamo anche noi che è il nome più adatto, giacchè che cosa c’è di più grande e di meglio dell’essere sussistente, assoluto, infinito ed eterno? La parola essere porta con sé altre parole, come ente, realtà, essenza, esistenza, causa, fine, sostanza ed altre, sicchè possiamo utilizzare la metafisica. Che fatica, tuttavia, davanti all’essere! Ci sentiamo smarriti, perduti. Ci pare, come diceva Hegel, di non afferrare nulla. Se prescindiamo da ogni ente che ci cade sottomano, che cosa resta? Non usciamo dalla realtà?

La teologia dunque è apofatica, perché rendendosi conto della limitatezza della nostra intelligenza e dei nostri concetti, anche rivelati, conclude nel silenzio, non trovando parole per esprimere ciò che sperimenta, intravede, sente e gusta. Per lei Dio non è nulla di ciò che la nostra mente nella sua limitatezza comprende come esistente, ma è infinitamente di più e del tutto misterioso. In tal senso Rahner ha ragione a chiamare Dio Mistero santo.

Se Dio non esiste e però ne parliamo, allora vorrà dire che parliamo di un personaggio immaginario, un idolo inventato da noi? In realtà il vero Dio, il Dio reale lo troviamo come Qualcuno di esistente fuori di noi, al di sopra di noi ed esistente prima di noi, nostro creatore, o lo inventiamo così come la mitologia ha inventato Giove, Giunone, Minerva, Venere e Marte? Allora Dio è una nostra idea o è una realtà?

Immagine da Internet: Dio Creatore, Michelangelo

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