Il Dio dialettico
Occorre bloccare l’operazione per la quale si vuole
inserire il male in Dio e scagionare l’uomo
Terza Parte (3/4)
Dio oppone sé a sé nel peccato e si riconcilia con sé nella misericordia.
La teologia di Jakob Böhme
La concezione böhmiana di Dio è uno sviluppo del concetto kabbalistico della mano destra (bontà) e della mano sinistra (malvagità) di Dio. Böhme parte da due presupposti, che si ritroveranno nell’idealismo tedesco a partire da Fichte: la coscienza richiede l’opposizione di soggetto e oggetto; il libero arbitrio suppone l’opposizione del bene e del male. Dice Böhme:
«L’Uno non ha niente dentro di sé da poter desiderare, né una tale unità potrebbe sentire il proprio sé. Questo è possibile solo in uno stato di dualità». «L’Uno, il Sì è un puro potere e la vita e la verità di Dio stesso; ma Dio sarebbe inconoscibile a se stesso e in lui non vi sarebbe alcuna gioia o percezione se non fosse per la presenza del No. Quest’ultimo è l’opposto o l’antitesi del positivo o verità; esso fa sì che questa divenga manifesta e ciò è possibile solo perché è l’opposto in cui l’amore eterno può divenire attivo e percettibile».
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Dalla concezione böhmiana di Dio Hegel è partito per sostenere che la nostra ragione può sapere non solo perché Dio è uno, ma anche perché è trino. Egli infatti non pone in Dio solo l’uno, ma anche il due, ossia l’opposizione, che si trova invece solo nella creatura, come per esempio la distinzione di essenza ed essere o l’opposizione fra bene e male.
Ora invece nella natura divina non c’è alcuna opposizione o composizione, perché l’essenza divina è semplicissima, è puro atto d’essere. Dio nella sua essenza è assolutamente Uno. Su ciò Platone, Aristotele, Plotino e Maometto hanno ragione con Abramo e Mosè.
Ma perchè l’essere e il non-essere, il vero e il falso, il bene e il male sono anche in Dio? Il motivo è semplice: perché questa «teologia» - se così possiamo chiamarla - non sa concepire Dio se non essenzialmente connesso al mondo, come dice Hegel: «Dio senza il mondo non sarebbe Dio», in ciò in perfetta linea con Lutero, per il quale Dio non può esistere se non come Dio incarnato.
Ora è evidente che nel mondo c’è il vero e il falso, il bene e il male. Ma se Dio coincide col mondo, allora è chiaro che vero e falso, bene e male passano in Dio, anzi ne è lui il principio, se è vero che è il creatore del mondo.
Soloviev dà una perfetta descrizione del Dio dialettico di Hegel che, per essere Dio, deve includere in sé anche la sua negazione e quindi il male, in quanto il male è concepito come elemento perfettivo dell’essere, senza il quale l’essere sarebbe difettivo e quindi non assoluto.
Immagine da Internet: La predicazione dell'anticristo, Luca Signorelli e la sua scuola
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