17 ottobre, 2022

La concezione buonista del peccato - Terza Parte (3/3)

  La concezione buonista del peccato

Terza Parte (3/3) 

I buonisti falsificano la divina Provvidenza

I buonisti hanno di Dio una concezione dimezzata: accettano alcuni attributi, ma ne rifiutano altri, con la conseguenza, però, che, dato che essi sono tutti connessi fra di loro, togliendone alcuni, vengono distrutti tutti, si finisce nell’ateismo e nel nichilismo.

Ammettono un Dio creatore, infinito, eterno, trascendente, sapiente, provvidente, buono, pacifico, misericordioso, amante dell’uomo. Ma non ammettono che possa esistere senza l’uomo, perché secondo loro l’uomo, come dice Rahner, è il «destino di Dio», cioè l’uomo è finalizzato a Dio, ma anche Dio è finalizzato all’uomo, per cui, come dice Hegel, «Dio non è Dio senza il mondo». Si capisce allora che scompare la trascendenza divina.

Dio per i buonisti è per essenza sempre con l’uomo; perdona sempre e non castiga mai. Ciò fa sì che ognuno nutra troppa fiducia di salvarsi, per cui viene meno quel santo timore di Dio, che rende vigilanti nel timore di peccare e quindi facilita la fuga dal peccato. Coloro che cadono più facilmente nel peccato sono infatti coloro che sono troppo sicuri di non peccare. Non che non si debba confidare nella grazia, ma il fatto è che dobbiamo tener conto anche della nostra fragilità, volubilità ed inaffidabilità. 

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Se certe azioni della natura, come i cataclismi, i terremoti, le siccità, le alluvioni, le carestie, le epidemie, le bestie feroci recano danno all’uomo, e se la parte materiale dell’uomo è governata da leggi chimiche che prima o poi costringono l’anima ad abbandonare il corpo con la morte, non significa che anche l’azione di questi agenti chimici sia cattiva, perché fa danno all’uomo, giacchè anche qui siamo davanti a un ordine stabilito da Dio, il quale ordine, perché stabilito da Lui, è con ciò stesso buono, e danneggia l’uomo solo come conseguenza del peccato originale.

 

Il buonista, che considera il racconto genesiaco privo di qualunque attendibilità storica, ammettendo il darwinismo ed essendo possibile anche il poligenismo, un semplice mito eziologico per spiegare poeticamente l’attuale fragilità e peccaminosità umane, perde di vista la realtà tragica del peccato nella sua essenza profonda e nelle sue conseguenze umanamente irrimediabili, e lo riduce a un semplice, banale inevitabile incidente di percorso

 Se al vasaio capita di sbagliare nel formare un vaso e viene fuori un vaso deforme, non ha bisogno di confessarsi e invocare il perdono divino, ma semplicemente getta via il vaso malriuscito e prosegue tranquillo nel lavoro.

 
Immagini da Internet:
- Eruzione Vesuvio, Pierre-Jacques Volaire
 

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