20 agosto, 2023

Trattato sugli Atti umani - P. Tomas Tyn - Lezione 3 (1/2)

  Trattato sugli Atti umani

P. Tomas Tyn

Lezione 3 (Parte 1/2)

P.Tomas Tyn, OP - Corso “Atti Umani” - AA.1986-1987 - Lezione n. 13 (A-B)

Bologna, 27 gennaio 1987 - Fine Ultimo n. 13 (A-B)

http://www.arpato.org/corso_attiumani.htm

Miei cari. Dunque, adesso, iniziamo la settima questione della I-II. Dopo il volontario e l’involontario, iniziamo, cominciamo ad indagare sulle circostanze dell’atto umano. Premetto che S.Tommaso riprenderà, e noi assieme a lui, questo discorso delle circostanze, quando parlerà delle fonti della moralità, le cosiddette fonti della moralità, cioè da dove nasce il bene e il male negli atti umani. Tra tante determinazioni ci sarà anche quella delle circostanze.

Ora, che cosa sono esattamente le circostanze? Fin dal primo articolo S.Tommaso precisa che le circostanze sono propriamente gli accidenti, to symbebekòs, direbbe Aristotele, to katà symbebekòs, ciò che accade a una cosa. Quindi, sono praticamente gli accidenti dell’atto umano. Ciò che sono gli accidenti rispetto alla sostanza, o meglio, rispetto all’essenza di una sostanza, - poi vi spiego il perchè - lo sono le circostanze rispetto all’atto umano. 

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P. Tomas Tyn e P. Patrizio Pilastro
La parola circostanza è presa da un qualche cosa di nettamente spaziale, circumstare, che significa semplicemente stare attorno a. Quindi, si potrebbe dire che circostante è il luogo propriamente parlando. Voi conoscete la concezione aristotelica del luogo: circostante è proprio il corpo contenente un altro corpo collocato. Per esempio, l’orologio è circondato dall’aria. Ora, l’aria è il corpo contenente e l’orologio è il corpo contenuto. Ora, ovviamene il luogo non è l’aria che ci sta attorno, ma la superficie prima immobile attorno a questo oggetto. Quindi ovviamente il luogo è poi un’astrazione.

Tuttavia la circostanza è desunta da questo fatto della collocazione dei corpi: un corpo che si trova in un altro. Per esempio, noi tutti, anche queste cose che ci troviamo dinnanzi sono in qualche modo immerse nell’aria. L’aria è circostante. Quindi c’è un corpo che circonda un altro corpo. Questo è, diciamo così, il senso proprio della parola circostanza. Da qui la parola circostanza è stata presa per significare ciò che sta attorno, appunto, ma nel senso non più spaziale, locale, materiale, ma nel senso spirituale: ciò che sta attorno all’atto umano.
Immagine da Interne

Quindi è importante afferrare è questo, che l’atto umano non è un accidens in senso assoluto, una pura qualità dell’uomo; è un qualcosa che quasi esce dall’uomo. Vedete di nuovo come abbiamo un linguaggio materiale: una specie di tendenza che esce dall’uomo per raggiungere il termine che ci si propone. E per strada si incontra tutta quella concretezza di realtà, in cui l’azione viene posta. E questo insieme di determinazioni della situazione si chiama appunto circostanza o insieme di circostanze. Vedete come appunto l’insieme di circostanze determina la situazione concreta in cui si agisce.

E notate come è proprio falsa e ridicola l’accusa che si fa da parte dei nostri immoralisti moderni a S.Tommaso, secondo cui egli avrebbe avuto una morale astratta. Mentre non c’è nessun dubbio che S.Tommaso tiene ben conto della situazione, anche se dice ovviamente che la legge non nasce dalla situazione; sarebbe troppo comoda una morale del genere.

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