09 settembre, 2024

Gli attributi di Dio - Conferenza di P. Tomas Tyn, OP

 

Gli attributi di Dio

Conferenza di P. Tomas Tyn, OP

Bologna, 27 novembre 1986 - Presso Istituto Tincani

 

Audio:  http://youtu.be/z4zp7N9Jjh0

L’ultima volta ci siamo intrattenuti affabilmente, riguardo alla esistenza di Dio, le cinque vie di San Tommaso, per dimostrare l’esistenza appunto di Dio. Abbiamo detto che Dio è quell’ente che sussiste in virtù del suo stesso essere. È una cosa interessantissima. Tutte le cose, tutte le entità hanno il loro essere quasi al di fuori di sé. È possibilissimo concepire l’uomo senza pensare al suo essere.

Tanto è vero che esistono potenzialmente tanti individui umani, che realmente ancora non esistono, esisteranno tra cento anni, per esempio, ma oggi ancora non esistono. Quindi nel concetto di una entità limitata non si nasconde, non è implicito l’essere stesso. C’è un solo concetto in cui l’essenza coincide con l’essere: è il concetto di Dio. Dio non si lascia definire, ma la descrizione migliore di Dio, è quella che dice: Dio è quella essenza che coincide con il suo stesso essere. 

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Servo di Dio Padre Tomas Tyn, OP

Quelle perfezioni, che in noi si sovrappongono l’una all’altra e si distinguono realmente l’una dall’altra, in Dio coincidono in un unico essere. Tutte le perfezioni lì sono un tutt’uno. Vedete la semplicità di Dio. Essa significa che in Dio non c’è alcuna composizione. In Dio non esistono composizioni di sorta. 

Nel mondo creaturale esistono tante composizioni. Pensate per esempio alla più banale, che è quella delle parti cosiddette integrali, le parti quantitative: una casa che è fatta dalle fondamenta, dalle pareti, dal tetto, dalle finestre, dalle porte e via dicendo, insomma tutto quello che spetta ad una casa. Pensate all’uomo, fatto di una testa, di un collo, torace, mani, gambe e via dicendo, insomma tutte le parti sono ben distinte l’una dall’altra. In Dio tutto questo ovviamente non esiste. Voi capite che questa distinzione di parti è dovuta alla quantità, all’estensione, che spetta solamente ai corpi, quindi delle sostanze incorporee non sono estese né così quantificabili.

Poi c’è la composizione di accidente e di sostanza, come abbiamo visto. Per esempio, mi metto a camminare, ma il mio camminare non è il mio essere. In Dio, tutto ciò che Dio fa è il suo essere, non è una aggiunta al suo essere. E poi c’è la composizione di materia e forma. Tutte le cose materiali corporee sono una forma ricevuta in una materia. In Dio ovviamente non c’è composizione di materia e di forma. Ma non solo. In tutte le creature, anche quelle immateriali, anche quelle più pure e più semplici, anche negli angeli e nelle anime nostre che sono un po’ imparentate con gli angeli, in quanto pure immortali e spirituali, ebbene, anche nelle essenze in qualche modo spirituali e immateriali esiste una minima complessità. Questa minima complessità, che caratterizza tutto il mondo delle creature è la composizione dell’essenza con l’essere. Anche nell’angelo differisce ciò che è l’angelo dal suo esserci. Solo in Dio sparisce anche questa minima composizione. Quindi, Dio è assolutamente semplice.

Ora, San Tommaso ha questa tesi. Egli dice che l’essenza metafisica di Dio è costituita dalla sua aseità, mentre l’essenza delle creature, in quanto creature ed è comune a tutte le creature in tal senso, è costituita dalla loro abalienità.

 D’altra parte anche la nostra cara Consorella Santa Caterina ha avuto una rivelazione di Gesù, il quale, come Verbo dell’eterno Padre, le disse appunto: “Tu sei colei che non è. Io sono Colui Che E’”. È così semplice. La creatura è quella che non è. Dio è Colui Che è. Non nel senso che noi non siamo nulla, ma nel senso che noi siamo per partecipazione.

 

Immagine da Internet:
- Santa Caterina e Gesù, Scuola Toscana

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